domenica ore 21.05

È un prete di campagna, ruspante, marchigiano, esprime le sue convinzioni senza timore ed è conosciuto soprattutto per essere il presidente della Comunità di Capodarco, e del famoso Redattore Sociale. Don Vinicio Albanesi e Capodarco sono nomi ben noti nel mondo del volontariato, delle istituzioni per i disabili, le madri sole, i malati psichiatrici: persone, che hanno sogni, risorse e la possibilità di realizzare se stessi, di essere felici, non solo un problema da occultare, da sopportare, scarti. Persone che vanno accompagnate, per questo don Vinicio è stato tra i fondatori del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza. Il seminario a undici anni, gli insegnamenti di don Di Liegro, oggi don VInicio è insegnante di diritto canonico all’Istituto Teologico Marchigiano, giornalista, scrittore, ma non ama cullarsi sui suoi successi , nn è cambiato: diretto, aspro a volte, essenziale, nella fedeltà al Vangelo. Scrive i suoi pensieri in un blog, L’inquieto, e anche se sembra incline all’utilizzo dei nuovi media non ha Facebook, Twitter o Skype. Perché se volete trovarlo, dovete andare a Capodarco. Don Vinicio è diventato sacerdote nel 1967, un anno prima di quel famoso ’68 che ha rivoluzionato il mondo. Eppure, nonostante i venti di cambiamento, non è mai stato un contestatore: “Non ho mai partecipato a nessun corteo, né religioso né civile, sia pro che contro. Quando arrivai a Roma nel ’67 vidi questa contestazione, ma non capii nulla, perché venivo dal paese, non ero mai stato in città. Dal cuore della Chiesa invece da noi non è mai arrivato niente, c’era stato il Concilio Vaticano, ma era stata un’intuizione di poca gente intelligente e capace”.

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9 Maggio 2018