Lunedì-sabato: 8.30, 12, 14.55, 18.30 e 20.30. Domenica: 18.30 e 20.30

Bisogna fare un salto indietro di 70 anni per comprendere la realtà di Villa Nazareth.Era infatti il 1946 quando mons. Domenico Tardini – allora Pro-Segretario di Stato vaticano – decise di aprire in questa sede un’opera che accogliesse e facesse studiare i bambini romani rimasti orfani di guerra.
E nel corso degli anni, pur mutando i destinatari, gli aspetti della cura del talento, del sostegno ai bisognosi e della promozione dei valori cristiani sono rimasti inscritti in una dimensione particolare. Oggi circa 80 tra ragazzi e ragazze vi soggiornano dedicandosi agli studi universitari e alla vita comunitaria. In molti provengono dal sud Italia, e cominciano ad affacciarsi anche persone originarie di famiglie stranieri, e altre situazioni di fragilità.
È un concorso articolato per requisiti di rendimento scolastico (alto) e reddito (basso) a permettere l’ammissione in questa officina dell’ingegno e del servizio, ricca di storia e di storie. Ad esempio qui nel refettorio si tenne la conferenza stampa in cui il cardinal Tardini illustrò alla stampa mondiale cosa sarebbe stato il Concilio Vaticano II. Ma, al di là dell’attenzione nel tempo di pontefici, prelati, uomini di cultura, quello che più conta è il perpetuarsi di una fraternità che segue le generazioni.
Pierluigi Vito intervista mons. Claudio Maria Celli, responsabile di “Villa Nazareth”, alla vigilia della visita di Papa Francesco.

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18 Giugno 2016

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