Lunedì-sabato: 8.30, 12, 14.55, 18.30 e 20.30. Domenica: 18.30 e 20.30

Giovannino Guareschi prigioniero dei nazisti e internato in Polonia e in Germania. Una sorte che toccò ad oltre 600mila soldati italiani che dopo l’8 settembre del 1943 ebbero il coraggio di dire “no” al nazi-fascismo. Per questo furono deportati nei campi di prigionia, nei lager e spesso morirono di malattia o per fucilazione. Una storia nella storia quella del papà di Don Camillo e Peppone che può essere riletta nel suo “Diario clandestino 1943-1945” oppure può essere rivissuta in quel museo a cielo aperto che è Piana delle Orme in provincia di Latina. Qui la vicenda di Guareschi viene ricostruita ad altezza d’uomo come spiega Alda Dalzini, direttrice Museo Piana delle Orme. La vicenda di Guareschi, all’epoca sottotenente d’artiglieria, è una storia di “resistenza” che venne pagata con la prigionia e spesso con la morte nei lager e nei campi di lavoro. Guareschi fu prigioniero a Czestochowa, Sandbostel e Wietzendorf. Nei campi subirono pestaggi, patirono la fame fino alla Liberazione nell’aprile del 1945 e il loro ritorno a casa. Servizio di Vincenzo Grienti

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5 Agosto 2016

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