Lunedì-sabato: 8.30, 12, 14.55, 18.30 e 20.30. Domenica: 18.30 e 20.30

Ha appena compiuto 80 anni Pino Donaggio, nei cuori degli italiani come cantautore degli anni ‘60 e in quelli dei cinefili di ogni parte del mondo grazie ai film dei quali ha composto le colonne sonore. Dura la vita del cantautore, fatta di compromessi che a Pino Donaggio non sono mai piaciuti. A Sanremo ci finì praticamente per caso, grazie al fatto che nel ‘61 Mina aveva già le due canzoni da portare in gara. “Io ancora studiavo il violino e avevo scritto le prime canzoni – racconta Donaggio – tra cui Come Sinfonia. Quando l’hanno sentita a Milano hanno pensato di mandarla subito al fesival. Proposi che a cantarla fosse Mina, che aveva già cantato una mia canzone. Mina insistette con Radaelli, che era l’organizzatore, dicendogli di far cantare l’autore. Quando hanno sentito il disco hanno accettato e così mi sono trovato a cantare”. Nella seconda parte della tua carriera ti sei dato alla composizione, soprattutto per il cinema, con un nome in particolare, che è quello di Brian De Palma, per il quale hai curato le colonne sonore di otto film. Come è nato tutto? “Lui aveva già fatto – prosegue Donaggio – due film con Herrmann, che era il compositore di Hitchcock. Stava preparando Carrie e doveva farlo ancora una volta con Herrmann. Durante la produzione di Taxi driver, però, Herrmann morì. Un suo amico passò per Londra, prese il mio disco e lo portò in America. Lì realizzò che io avevo delle affinità, nel modo in cui usavo gli archi, con la musica di Herrmann”. Due vite in una: quella, mai cercata e poco voluta, di cantautore schivo, allergico ai musicarelli eppure con 80 milioni di dischi venduti e, successivamente, quella di compositore. Due vite raccontate nel libro “Come Sinfonia”, con la prefazione di un altro veneziano come lui, l’amico Terence Hill. “Dopo il successo di Io che non vivo – conclude Donaggio – ho pensato che la musica per poter girare il mondo dovesse essere di un altro tipo. Ho trovato che la musica da film fosse la cosa migliore. Io stasera sono qua o sono a Venezia, ma sicuramente in qualche parte nel mondo stanno ascoltando la mia musica”. Era un modo per far girare la musica nel mondo piuttosto che te stesso? “Certo, sì”. Intervista di Silvio Vitelli

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14 Dicembre 2021

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