Lunedì-sabato: 8.30, 12, 14.55, 18.30 e 20.30. Domenica: 18.30 e 20.30

Otto anni dal suo ultimo album poi l’arrivo di “Petali”, in uscita venerdì prossimo. L’essere, nel frattempo, diventata mamma ha portato Simona Molinari a rivedere anche la sua musica. Meno jazz e swing per un pop raffinato. Meno virtuosismi e più storie da raccontare. “La rivoluzione vera – racconta Simona – è stato il ristabilire le priorità che muovono le mie scelte, che credo succeda a tutte le donne quando hanno un figlio. E quindi cambiando le scelte cambia lo stile”. L’album si apre col brano “Lei balla sola” che è la storia di una clochard che sceglie di fare questa vita. “Mi sento molto vicina alla visione di questa figura che si vuole spogliare delle sovrastrutture, soprattutto essendo donna. La donna non può essere se stessa, qualcuno decide per lei cosa essere e come comportarsi”. Questo vale anche per te? “Per me lo è stato per tanto tempo. Io ho interpretato lo sguardo che la gente aveva su di me. In questo modo non sei mai te stesso. Se invece sei centrato, riesci ad essere te stesso anche quando qualcuno ti guarda come non vorresti essere guardato”. Un’altra delle canzoni che ha lanciato quest’album è “Tempo da consumare”, che parla delle situazioni non vissute. C’è un incontro che ti è sfuggito oppure un’occasione che magari non hai colto nella vita? “Veramente tante volte, devo ammetterlo. Forse un grande errore che ho fatto tanto nella mia vita è quello di delegare molte scelte. Quindi di non decidere. Ma non decidere è una scelta. Mi sono chiusa per molto tempo come in una cupola dove io dovevo solo salire sul palco e cantare.” Intervista di Silvio Vitelli

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29 Marzo 2022

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