Scopelliti, figlia: “Svolta inchiesta ci fortifica. Non tutto è perduto”
Roma, 25 marzo 2019. “Ci siamo trovati davanti a verità svelate che avvalorano una tesi che abbiamo da sempre portato avanti. Avere questo riscontro ci fortifica nell’idea che non tutto è perduto e che forse per Antonino Scopelliti vittima di mafia e martire di questa terra ci possa essere veramente verità e giustizia”. Lo ha detto Rosanna Scopelliti figlia di Antonino in un’intervista di Paolo Borrometi per Tg2000, il telegiornale di Tv2000 commentando le parole di un collaboratore di giustizia che avrebbe rivelato che l’uccisione del sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione, Antonino Scopelliti, avvenuta il 9 agosto 1991 a Villa San Giovanni, vicino a Reggio Calabria, fu voluta da mafia e ‘ndrangheta insieme.
“Vorrei che mia figlia – ha aggiunto Rosanna oggi presidente della Fondazione Antonino Scopelliti – si sentisse nipote e figlia di un uomo che non appartiene solo alla nostra famiglia ma a tutto il Paese. E spero che questo Paese in tutti i modi possibili riesca a ricordare e a tributare a mio padre il giusto senso di memoria”.
“Quella sera – ha ricordato Rosanna Scopelliti a Tv2000 – aspettavo la telefonata di papà. Volevo raccontargli che per la prima volta ero riuscita ad andare in bicicletta senza rotelle. Papà chiamava solitamente verso le 20, era sempre molto puntuale. Quel giorno non arrivò la sua telefonata ma nel frattempo iniziarono i telegiornali con la notizia d’apertura dell’uccisione a Campo Calabro di un magistrato. Ricordo solo l’immagine di mio padre a fianco della conduttrice del tg. Da quel momento ho avuto la sensazione che i buoni non vincono sempre e che tutti i sacrifici della nostra famiglia erano stati inutili. Da quel momento nulla fu come prima, mia madre non fece più un sorriso. Ho rivisto in lei un po’ di spensieratezza e allegria due anni fa alla nascita di mia figlia”.
25 Marzo 2019