In primo piano il Medioriente. È stata colpita la base Unifil nel sud del Libano e quattro militari italiani sono rimasti feriti, non in modo grave. Lo ha riferito il ministro degli Esteri , Antonio Tajani. Il servizio per Tg2000 di Antonio Soviero.
Nuovi raid aerei israeliani sulla città di Tiro, in Libano. In Siria 68 morti a Palmira in un attacco aereo di Tel Aviv contro le milizie filoiraniane. Tre palestinesi sono stati arrestati per aver tentato di uccidere il ministro per la sicurezza nazionale Ben Gvir. Servizio per il Tg2000 di Nicola Ferrante
La Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il premier israeliano Netanyahu e l’ ex ministro della difesa Gallant “per crimini contro l’umanità e di guerra commessi contro i civili di Gaza. Identici provvedimenti anche contro quattro leader di Hamas per l’attacco del 7 ottobre. Servizio di Alessandra Buzzetti
Nuovi attacchi israeliani nella striscia di Gaza in due diversi bombardamenti. Servizio di Massimiliano Cochi
Soffre anche il Medioriente, ancora bombardamenti in Libano. Raid con 17 vittime a Gaza. Servizio di Pierachille Dolfini e Alessandra Buzzetti
Sul campo si continua a combattere mentre a Gaza la popolazione è allo stremo. Servizio di Marco Burini
Medio Oriente. Razzi contro l’Unifil, di nuovo, con militari italiani finiti in ospedale. Tavolo di tregua aperto intorno al sì condizionato di Hezbollah e Libano alla proposta degli Stati Uniti per un cessate il fuoco. Servizio di Nicola Ferrante
In questo clima, la nostra corrispondente Alessandra Buzzetti è andata ad Eli, uno degli insediamenti israeliani nei territori palestinesi, fra Nablus e Ramallah, uno dei più popolosi e parte di quella cintura di sostegno al governo Netanyahu.
In Medioriente, Hezbollah apre ad una possibile tregua e subisce l’uccisione di quattro membri dell’organizzazione. Scuole chiuse a Beirut dopo i pesanti raid israeliani. Atteso l’inviato Usa domani in Libano. Servizio di Federico Plotti
In Medio Oriente proseguono i negoziati per un cessate il fuoco. Le milizie libanesi dicono sì alla proposta statunitense ma precisano: ci sono ancora molte questioni aperte. Servizio di Maurizio Di Schino
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