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Il capo del movimento per i diritti civili in Usa Martin Luther King viene insignito del Premio Nobel per la pace. E’ il più giovane tra i premiati dall’Academy. Gli viene assegnato per la guida della resistenza non-violenta alla fine del pregiudizio razziale in Usa. Martin Luther King junior nasce ad Atlante, in Georgia, e frequenta le scuole della borghesia locale. A 13 anni diventa il più giovane vice direttore di un giornale. Collabora infatti con l’Atlanta Journal. A 15 anni riesce a superare l’esame di ammissione all’Atlanta Baptist College. Un collegio per neri frequentato dal padre e dal nonno. Si laurea in sociologia. Poi la scelta religiosa. Inizia il suo percorso di studi nel 1948 al Crozer Theological Seminary di Chester. Nel 1950 segue una conferenza di Mahatma Gandhi. Rimane colpito da questa grande figura di avvocato che si batte per i diritti umani e per la pace. L’8 maggio 1951 consegue il baccalaureato in teologia. Il suo impegno religioso e civile lo porta a intervenire in prima persona nel caso Rosa Parks avvenuto a Montgomery. Una cittadina come altre in cui la comunità afroamericana non vedeva rispettati i propri diritti. Infatti proprio il 2 marzo del 1955 all’interno di un autobus pieno l’autista chiese a quattro donne afroamericane di alzarsi per lasciare il posto ai bianchi. Due lo fecero, altre due no. Tra queste proprio Rosa Parks che venne fatta scendere e fatta arrestare dalla polizia. Il fatto attirò subito l’attenzione di King che ne fece una battaglia per i diritti dei neri d’America

Il 14 febbraio 1957 a New Orleans viene eletto capo dell’SCLC, il Congresso dei leader cristiani degli stati del Sud che guiderà fino alla sua uccisione. La rivista Time dedica a King lo stesso anno la pagina di copertina.  

“I have a dream”… è la frase con cui il pastore esternava il suo sogno quello di “strappare alla disperazione una pietra di speranza” e di prefigurare un futuro nel quale “i ragazzini neri e le ragazzine nere” avrebbero saputo un giorno “unire le mani con i ragazzini bianchi e le ragazzine bianche come fossero fratelli e sorelle”; un futuro di eguaglianza nella libertà che avrebbe trasformato “le stridenti discordie della nazione in una meravigliosa sinfonia di fratellanza”.

Il 31 gennaio 1960 i movimenti studenteschi soprattutto del sud del Paese acclamano Martin Luther King e lo guardano come unica persona capace di portare avanti i loro diritti. Tra i casi che King prende a cuore c’è quello di Joseph McNeill uno studente nero di un college della Carolina del nord che si vede negato il servizio alla tavola calda perché afroamericano. Scoppia un caso nazionale. I media seguono i discorsi e le attività di Martin Luther King. Lo stesso Presidente Kennedy lo riceve nel giugno del 1960 e lo rassicura dicendo che per lui la questione dei diritti civili è fondamentale.

Il 1963 è un anno drammatico. Durante le manifestazioni e i discorsi di King non mancano proteste dei bianchi contro i neri. Anche attentati nei confronti dei leader dei movimenti antirazziali. Il 22 novembre 1963 però scuote l’America e King afferma che l’odio è contagioso come un virus che deve essere fermato: “Più che chiedersi chi l’abbia ucciso ci si doveva chiedere cosa lo avesse ucciso”.

Viene ucciso il 4 aprile a Memphis, nel Tennessee, da un colpo di fucile di grosso calibro poco prima di andare ad un incontro in una chiesa locale.

Vincenzo Grienti

 

14 Ottobre 2017