LUNEDÌ MARTEDÌ GIOVEDÌ ORE 20.50

Una giornata della memoria nel segno della musica, delle riflessioni e soprattutto delle testimonianze personali. Si è svolta all’Ex-collegio militare, oggi Centro alti studi per la difesa, per ricordare la deportazione degli ebrei romani del 16 ottobre del ’43. Il momento di riflessione si è svolto il 16 ottobre ed è stato aperto da Tobias Wallbrecher in persona con un breve filmato in memoria di sua madre, scomparsa il 29 ottobre 2016, giorno in cui Papa Francesco varcò la soglia del campo di Auschwitz, donna molto impegnata nel dialogo ebraico-cristiano durante tutta la sua vita.

L’iniziativa è stata promossa da “Ricordiamo insieme”, un’associazione presieduta da Friederike Wallbrecher, e nata da un’idea dei coniugi tedeschi Federica e Tobias Wallbrecher, e delle sorelle Rivka, Grazia e Sara Spizzichino, pronipoti dell’unica donna sopravvissuta alla razzia del 16 Ottobre. Ormai da cinque anni l’associazione organizza eventi di memoria con lo scopo di trasmettere alle nuove generazioni questo argomento così importante.Al momento commemorativo ha partecipato monsignor Santo Marcianò, ordinario militare per l’Italia

Le sorelle Spizzichino hanno poi presentato l’associazione, ricordando tutte le edizioni passate che hanno introdotto un modo innovativo di fare memoria. La mattinata è proseguita con i canti in ebraico e inglese della cantante lirica Friedamaria Wallbrecher, pensieri musicali che hanno toccato profondamente tutti i partecipanti. Ha poi parlato Christoph Glorius, responsabile della fototeca della Biblioteca Hertziana a Roma, presentando una sua ricerca sulla Croce Rossa Internazionale nella Roma del dopoguerra. Ha chiuso la mattinata la riflessione su “Amore, coscienza e responsabilità” dell’ex Rabbino-Capo di Firenze Joseph Levi. La parte pomeridiana dell’evento è stata aperta dalla colonna sonora di Schindler’s List eseguita dal giovane violinista Josua Wallbrecher e dal suo Maestro Marco Domini. Si è quindi aperta la parte dell’evento dedicata alle testimonianze personali. Tra gli altri hanno portato il loro saluto, la loro testimonianza e le loro considerazioni il Cardinale Walter Kasper e Renzo Gattegna. Molto commovente la testimonianza di Leo Limentani, figlio di un deportato ad Auschwitz. A intervallare le testimonianze il centinaio di persone riunitesi nella sala superiore della casa generalizia delle Madri Pie Filippine hanno potuto essere partecipi di una straordinaria esibizione del Coro Ha-Kol con canti tradizionali ebraici.

Il giorno seguente, proprio il 16 ottobre, l’evento di memoria è iniziato in Piazza San Pietro con le parole di Don Filippo Morlacchi, direttore dell’Ufficio per la pastorale dell’insegnamento della religione cattolica: “Siamo qui, vorrei dire, per ricordare un abbandono. Un tempo in cui avremmo dovuto essere accanto a chi soffriva persecuzione, e non ci siamo stati”. Parole molto schiette e soprattutto forti che alludono a una mancata vicinanza da parte dei cristiani ai loro fratelli ebrei. Alla presenza dell’Ordinario Militare d’Italia, l’Arcivescovo Santo Marcianò, del Cardinale Walter Kasper e della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi di Segni, è partita poi una breve marcia verso l’Ex-Collegio Militare, oggi il Centro Alti Studi per la Difesa, situato a Piazza della Rovere. Hanno aperto la marcia sei persone con altrettanti cartelli con i loghi dell’associazione, tre persone di religione ebraica, tra le quali anche un israeliano, e tre persone di religione cattolica, tra le quali un tedesco. Scortato da carabinieri in servizio d’ordine il gruppo è giunto puntualmente a Palazzo Salviati alle 16.40. Da quell’ora in poi si sono aperte per la prima volta dopo 74 anni per un momento di memoria le porte di quel luogo che per più di 1000 ebrei diventò l’anticamera della morte. All’interno del cortile principale i presenti hanno potuto ascoltare una registrazione audio di tutti i nomi delle vittime di quel funesto giorno, più di 1000 nomi, più di 40 minuti di registrazione. Appena terminata la registrazione ha aperto il momento di memoria il canto di Daniel Coen. Il saluto iniziale è stato portato dal Generale Massimiliano del Casale, seguito da quello di Noemi Di Segni. Ha poi parlato l’Ordinario Militare con un commosso ricordo di Giovanni XXIII. A seguire il discorso di Susanne Wasum-Rainer, ambasciatrice tedesca, ambasciatrice di quel paese “che ha la responsabilità storica delle sofferenze inflitte”. È stato poi letto il saluto dell’Ambasciatore israeliano Oren David, impossibilitato a partecipare trovandosi in Israele, il quale ha invitato a non abbassare la guardia in presenza di un antisemitismo molto spesso ancora vivo. In conclusione della prima parte il discorso di don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, che ha posto l’accento sui secoli di inimicizia tra cristiani ed ebrei. Dopo un altro salmo cantato da Daniel Coen ha preso la parola Nando Tagliacozzo, parente di deportati proprio il 16 ottobre 1943, lui stesso vivo per uno sbaglio dei tedeschi. Le sue parole hanno presentato vivamente alle più di 150 persone radunate i momenti di paura che gli arrestati devono avere passato durante quei tre giorni rinchiusi proprio in quel cortile. Una commossa Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, ha raccontato il fatto che avrebbe fatto soffrire il nonno per tutta la vita: l’aver rinnegato la sua identità ebraica per salvare la propria famiglia. Il Rabbino-Capo di Roma, Riccardo Di Segni ha concluso l’evento con parole dense di significato, ponendo un forte accento sull’impossibilità di capire i silenzi Divini e come invece i silenzi umani vengano poi valutati. Un ultimo canto ha poi definitivamente concluso la cerimonia, alla fine della quale Tobias Wallbrecher ha reso noto che l’associazione “Ricordiamo Insieme” inviterà Papa Francesco all’edizione seguente, quando ricorreranno i 75 anni da quel fatale evento che per sempre dovrà restare nella memoria della città di Roma.

19 Ottobre 2017