23 ottobre: padre Agostino Gemelli, pioniere della medicina aeronautica e spaziale
Un francescano che sopra il saio e i sandali indossava la tuta bianca e gli occhialoni. Così padre Agostino Gemelli, fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in alcuni scatti nel giorno del conseguimento del brevetto da pilota. Foto fornite dall’Archivio generale per la storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore scattate nel 1939 a Milano insieme ad Arturo Ferrarin, autore della trasvolata Roma-Tokyo. Medico e cappellano militare non volava per passione. Cento anni fa, infatti, iniziò i suoi studi di psicologia aeronautica su richiesta del comando supremo del regio esercito. Il continuo verificarsi di incidenti di volo durante quella inutile strage che fu la Grande Guerra indusse gli alti comandi ad affidare proprio a Gemelli il primo “Gabinetto per le ricerche psico-fisiologiche sull’aviazione e per le visite di controllo dei piloti”. Studi che hanno permesso l’evoluzione della medicina aeronautica e spaziale da Francesco Baracca, asso degli assi dell’aviazione italiana fino al capitano pilota Samantha Cristoforetti, astronauta dell’Esa.
“Gemelli è il padre fondatore della psicologia aeronautica che agli albori della medicina aeronautica e fino agli anni trenta è considerata di fatto una branca della filosofia – spiega Paola Verde, tenente colonnello medico sperimentatore di volo dell’Aeronautica militare in servizio presso il Reparto di medicina aeronautica e spaziale del Centro Sperimentale di Volo di Pratica di Mare -. Padre Gemelli si rifiuta di parlare di psiche, di energia psichica e persino di coscienza, per trattare invece la psicologia come una scienza sperimentale con metodi comuni alle altre scienze, in primis la fisiologia. L’uomo, a dirla con Gemelli, ha una condotta con la quale persegue dei fini, comportandosi in determinati modi, reagendo con atteggiamenti particolari ed adattandosi a determinate condizioni ambientali. Lo psicologo studia proprio questa condotta e di propone di determinare le leggi alle quali essa obbedisce”
Oggi la sua statua si trova all’ingresso del Reparto di medicina aeronautica e spaziale del Centro Sperimentale di Volo di Pratica di Mare, vicino Roma, in memoria del frate che nel 1942 insieme a Rodolfo Margaria e Arturo Monaco pubblicò il “Trattato di medicina aeronautica”. Un’opera in tre volumi di fisiologia, psicologia e patologia aeronautica in cui si raccoglievano, come si vede nelle foto concesse dall’Aeronautica militare, anni di ricerche condotte per migliorare la sicurezza in volo.
23 Ottobre 2017