Una sottile linea bianca, Angela Iantosca
Tanti cominciano quasi per gioco, solo per darsi un tono e sentirsi più forti. Un tiro di canna e i problemi svaniscono: l’indifferenza di mamma e papà, i primi turbamenti d’amore, la paura costante di non essere abbastanza, tutto si perde in quel semplice gesto. All’improvviso, però, la marijuana non basta più ed entrano nel vortice, lasciandosi sedurre da quelle polveri magiche che li fanno sentire invincibili. Vivono oltre il limite, toccano il fondo, rinunciano alla famiglia, non vedono più né se stessi né gli altri, fino a confondersi con la puzza della città. Attenzione, però: non sei un tossico finché non ti buchi, dicono. Ma, quando arrivi a quel punto, devi sperare che qualcuno ti salvi per tornare indietro. Napoli, Roma, Milano, ma anche i piccoli centri come Perugia, Forlì e Pescara, fino ad arrivare a Sofia: Angela Iantosca racconta storie nate in queste città e si addentra nelle piazze della droga per dar voce ai ragazzi e alle ragazze di San Patrignano, la comunità che nel 2018 ha compiuto 40 anni. Sono giovani e adulti, madri e padri, impiegati o senza lavoro, tutti a loro modo disperati. Nella comunità di recupero hanno trovato una mano tesa ad aiutarli, a offrirgli un rifugio e la famiglia che avevano dimenticato di avere. Hanno tirato fuori la propria voce per riscoprire quanto la dipendenza aveva annientato, hanno messo da parte l’egoismo e guardato dentro alle proprie paure, per capire perché è cominciato tutto, prima che fosse davvero troppo tardi. Prefazione di Antonio Nicaso.
Ecco il libro di Angela Iantosca
6 Aprile 2018