Patriciello“Agli italiani dico: non pensate mai che noi vogliamo difendere i preti disonesti. Non lo pensate mai. Io non credo che esistano i preti pedofili, credo che esistano pedofili che sono diventati preti. Esistono gli imbroglioni che sono entrati all’interno di un corpo nel quale non avevano il diritto”. Lo ha detto don Maurizio Patriciello, parroco a Caivano (Napoli) ospite del programma ‘Bel tempo si spera’ su Tv2000.
“E allora che fare? – ha proseguito don Patriciello – Gli scandali non contraddicono il Vangelo lo confermano perché Gesù ce lo ha detto è necessario che gli scandali avvengano ma guai a colui per il quale avviene lo scandalo. Abbiate pietà di noi siamo peccatori, poveri, piccoli, limitati ma ci siamo innamorati di Gesù, vogliamo bene alla Chiesa sappiamo che la Chiesa in questo mondo è un faro che può fare tanta luce, però ci sta tanta miseria e dobbiamo aiutarci. Noi difendiamo la verità, mai la menzogna. E quando tacciamo sulla menzogna diventiamo complici della menzogna”.

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“Lo scempio della Terra dei Fuochi è potuto avvenire perché c’è stato un abbraccio mortale tra i Casalesi e pezzi dello Stato collusi con la camorra. Adesso si tenta di dare tutta la colpa ai camorristi e io non ci sto, anche se qualche volta rischio di essere incompreso”. Lo ha detto don Maurizio Patriciello, parroco a Caivano (Napoli) ospite del programma ‘Bel tempo si spera’ su Tv2000, sottolineando che “non possiamo tacere, sarebbe un peccato. Quando si tace del male si diventa complici del male”.
“I ‘nostri’ camorristi – ha aggiunto don Maurizio – hanno fatto il loro lavoro, l’unico lavoro che sanno fare. Quelli non amano nessuno né la loro gente né i loro stessi figli e la loro terra. Quando ho incontrato Carmine Schiavone, prima che se ne andasse con il Signore, me lo disse chiaramente: ‘Don Maurizio mi devi credere noi sapevamo di fare qualcosa di brutto quando abbiamo incominciato a lavorare con i rifiuti ma la gravità della cosa non potevamo saperla’. E io ci credo anche perché loro non erano dei chimici, degli industriali. Erano dei camorristi e mi disse: ‘Non siamo stati noi a cercare loro, sono stati loro a venire da noi’. In quel loro ci sono i nostri industriali disonesti e lo dico mettendomi dalla parte di tutti gli industriali onesti. Non dobbiamo mettere, facendo un errore, l’industria contro l’agricoltura o il Sud contro il Nord. Dobbiamo essere capaci di mettere gli onesti contro i disonesti”.
“Hanno rubato anche l’aria – ha proseguito don Patriciello – la nostra gente non ha più da respirare. Sono stanco di celebrare funerali con le bare bianche. Siamo stati noi a girare per le campagne a fare quei filmati, dopo sono arrivati i giornalisti persino dall’Australia, dal Nord Europa, dai Paesi scandinavi ma dopo sono arrivati. Siamo andati noi rischiando”.
Infine don Maurizio, pensando a chi, da questa terra, si è speso per denunciare quanto stava accadendo compromettendo la propria salute ha rivolto un appello a Mattarella, Renzi e De Luca. “Date una medaglia d’oro a questa gente. Questa è la parte più bella della nostra Italia”.

12 Novembre 2015