Siria, mons. Paglia: “Dal Papa 110 mila euro per famiglie Damasco”
Roma, 16 novembre 2015 – “Sono andato per portare 6 mila copie del Vangelo di Luca in arabo e un aiuto di 110 mila euro da parte del Papa per venire incontro ad alcune famiglie che nel prossimo inverno dovranno sopportare un freddo terribile. E’ un segno di vicinanza, sostegno, amicizia e solidarietà del Papa a queste famiglie che stanno vivendo da 5 anni il dramma terribile della guerra”. Lo ha detto il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, mons. Vincenzo Paglia, in un’intervista a inBlu Radio, network delle radio cattoliche italiane, tornato da una missione di due giorni a Damasco in Siria.
“Il messaggio che ho portato – ha spiegato mons. Paglia – era legato all’incontro mondiale delle famiglie a Philadelphia. In quell’occasione infatti avevamo invitato una famiglia di Damasco per ricevere il vangelo e riportarlo nel proprio Paese”.
“La cifra stanziata – ha spiegato mons. Paglia – è destinata ai più bisognosi, saranno i vescovi a decidere a chi donarla. Servirà anche per riscaldare le case delle famiglie che dovranno vivere un inverno durissimo a Damasco. Un gesto, se pur piccolo ma concreto, che ha portato grande consolazione ad alcune famiglie. Anche il mondo musulmano guarda al Papa come l’unico che potrebbe far tornare la pace, l’unico sul quale confidano perché non ha nulla da difendere per sé”.
“Cinque anni di guerra – ha sottolineato mons. Paglia – significa uccidere la speranza e la convivenza. Ho trovato una città che pur non essendo nel cuore del conflitto ogni giorno risente del rumore dei mortai che cadono senza ragione e uccidono persone e bambini. La guerra è la madre di tutte le povertà. Ho visto con i miei occhi tante famiglie che vogliono scappare e uscire dal Paese e poi tantissimi giovani che scappano per evitare il servizio militare. Resta comunque la voglia di pace. Ho sentito molte famiglie cristiane dire: ‘Dobbiamo portare il fermento cristiano nel Paese’”.
“Il Papa – ha raccontato mons. Paglia – era commosso per l’affetto trasmesso da tutte le persone che ho incontrato a Damasco. Tutti ricordiamo la notte di due anni fa a settembre in Piazza San Pietro quando il Papa ci radunò in preghiera per impedire l’aggravarsi del conflitto in Siria. Grazie a Dio ottenne un effetto positivo. Francesco era colpito per la fiducia che tutti in Siria ripongono in lui: è una figura di padre che senza interessi personali vuole che tutti vivano in serenità e pace”.
16 Novembre 2015