Ustica, giudice Priore: “Stati Uniti coinvolti nel disastro aereo”
Roma, 29 gennaio 2016 – Nel disastro aereo di Ustica avvenuto il 27 giugno 1980, in cui un aereo di linea, Douglas DC-9, della compagnia italiana Itavia cadde improvvisamente in mare, potrebbe esserci stato un coinvolgimento degli Stati Uniti. Lo ha detto Rosario Priore, all’epoca giudice istruttore dell’inchiesta sulla strage di Ustica, ospite del programma ‘Siamo Noi’ su Tv2000.
“Ho lasciato l’inchiesta da diversi anni – ha detto Priore – ma i miei successori stanno lavorando bene. I mezzi che all’epoca avevano gli Stati Uniti erano di gran lunga superiori a quelli italiani e a quelli francesi. I nostri avevano individuato uno o due aerei libici e da Grosseto si sono alzati in volo due nostri aerei all’inseguimento di questi velivoli con l’intento di abbatterli perché erano apparsi nei radar come nemici. Intervennero sicuramente i francesi che vollero compiere questa missione nel loro mare contro il nemico Gheddafi ma ad un certo punto sono intervenuti anche gli americani della portaerei Saratoga. Questo possiamo dedurlo dal fatto che sul luogo dell’incidente abbiamo trovato un canotto di salvataggio appartenente alla portaerei Saratoga. Su questo punto si dovrebbe lavorare”.
“Bisognerebbe capire – ha aggiunto il giudice Priore – se c’è stato uno o più aerei Usa che hanno detto ai francesi ‘fatevi da parte’ ma a loro volta anche i francesi hanno detto agli italiani ‘fatevi da parte’. Interpretando i dati radar bisogna vedere se effettivamente sul luogo dell’incidente è caduto un aereo americano, il pilota si è salvato con il canotto di salvataggio ed è stato tratto in salvo. Questa, secondo me, è un’operazione che alcuni stanno facendo”.
Alla puntata di ‘Siamo Noi’ dedicata alla strage di Ustica è intervenuto anche il giornalista e scrittore, Andrea Purgatori, che si è occupato della vicenda: “Priore non ha detto una cosa da poco perché nei pochi tracciati radar che sono rimasti si vede distintamente la traccia di un elicottero che sorvola il mare in quella zona e che poi scompare. E dato che gli elicotteri non atterrano sull’acqua, è sceso evidentemente su una portaerei. Il problema è che l’ elicottero arriva sul luogo dell’incidente molte ore prima dei soccorsi italiani”.
“Se è vero che sotto il DC-9 della compagnia italiana Itavia – ha aggiunto Purgatori – si sarebbero nascosti due caccia libici, allora questi sono entrati con la complicità dell’Italia. A questo punto anche noi saremmo corresponsabili di quello che è accaduto dopo. Se è vero, come dicono alcuni testimoni e il presidente Cossiga, che a colpire l’aereo dell’Itavia sono stati i francesi allora questi sono colpevoli di aver compiuto un atto di guerra in tempo di pace nello spazio aereo di un altro Paese tentando di uccidere un leader politico (Gheddafi ndr). Gli Usa non possono non aver visto quello che accadeva perché nel Golfo di Napoli era presente la 6° flotta e in quel momento di estrema tensione raccontare che i radar erano spenti per non disturbare le trasmissioni televisive di Napoli è una bugia ridicola alla quale ci siamo in qualche modo adattati. Un senso di ‘ragion di Stato’ ha impedito a Francia, Italia, Libia e Usa di dire la verità perché c’era un ricatto incrociato intorno al quale poi si è sviluppato il silenzio”.
29 Gennaio 2016