mons. santoroRoma, 17 maggio 2016 – “E’ un attacco diretto e formale allo Stato italiano in cui si chiede che venga fatta luce sulla questione in maniera adeguata. Ci si chiede inoltre se in questi anni, dal 2012 ad oggi, siano state portate avanti le bonifiche sul territorio. Allo stesso tempo resta aperta anche la questione occupazionale”. Così il vescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000 ha commentato la pronuncia della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo che ha formalmente accusato l’Italia di non aver protetto la vita e la salute di 182 cittadini di Taranto dagli effetti negativi delle emissioni dell’Ilva.

“182 persone – ha proseguito mons. Santoro – hanno fatto varie volte azioni verso le entità europee. Questa volta la Corte europea di Strasburgo ha accolto l’azione di queste famiglie che si traduce in un’accusa verso lo Stato italiano che non ha tutelato e difeso adeguatamente la salute dei cittadini. Quando entra in causa la difesa della salute dei cittadini siamo sempre molto attenti perché è il primo bene da difendere e salvaguardare”.
“Si tratta di un intervento pienamente legittimo da parte dei cittadini – ha aggiunto mons. Santoro – un’azione che mette in moto lo Stato italiano. I cittadini ora aspettano risposte vere perché la tutela della salute è un bene imprescindibile”.

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17 Maggio 2016