Omar Camiletti portavoce grande moschea romaRoma, 29 luglio 2016 – “Il gesto simbolico è assolutamente apprezzabile ma non è sufficiente. Abbiamo bisogno di contrastare l’eccesso di separatezza. Per questo siamo andati con studenti e adolescenti in alcune chiese di Roma come San Pietro. Più che un gesto simbolico è necessario impostare un lavoro permanente di conoscenza e di avvicinamento ad un luogo della religione della maggior parte degli italiani: le chiese cattoliche”. Così il Portavoce della Grande Moschea di Roma, Omar Camiletti, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, ha commentato la decisione dei membri dell’Institut des Hautes Etudes Islamiques di unirsi domenica prossima alla messa nelle principali città francesi.

“Per noi musulmani – ha aggiunto Camiletti in merito all’uccisione di padre Jacques Hamel – attaccare un luogo sacro e un uomo di Dio è un’azione veramente incredibile e sconcertante. Viviamo un sentimento di indignazione e repulsione. Oggi l’Imam nella Grande Moschea di Roma ha sottolineato l’importanza di creare sempre un rapporto di fiducia e lealtà per consigliare le persone che perdono il senso e il significato vero dell’Islam. Non può esistere una religione che si rivolge all’odio, è un controsenso”.
Camiletti ha infine commentato il fenomeno delle ‘schegge impazzite’ che seminano terrore e morte: “Le parole si sono esaurite, abbiamo più volte ribadito che dal punto di vista teologico questo non rappresenta l’Islam. Abbiamo a che fare con turbe psicopatologiche e persone che non hanno alcuna pratica di fede. Questo ci lascia interdetti. Dobbiamo contrastare questo radicalismo in tutte le forme in cui si manifesta”.

 

29 Luglio 2016