Il presidente del Senato a Tv2000: “Falcone e Borsellino esempi raggiungibili da imitare. Non tutti i magistrati possono ricoprire la mia carica ma certamente fare i politici”

 

Roma, 30 giugno 2017. “Sono contro la politica degli eroi. Non ci sono superman”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, in un’intervista a ‘Soul’, il programma-intervista di Tv2000, condotto da Monica Mondo, in onda sabato 1 luglio 2017 alle ore 12.15 e 20.45.
Falcone e Borsellino – ha aggiunto Grasso – lo dico sempre ai giovani, sono certamente delle persone eccezionali, certamente dei fuoriclasse però sono raggiungibili, imitabili come esempi perché avevano un grande senso del dovere, un grande senso dello Stato e noi dobbiamo cercare di imitarli e non pensare a eroi che volano e sparano”.
E sul coinvolgimento dei magistrati in politica il presidente Grasso ha sottolineato che “non tutti i magistrati possono fare i presidenti del Senato”, certamente “possono fare i parlamentari e i senatori”.
“Pensavo che l’esperienza da magistrato – ha proseguito Grasso – potesse rendermi utile alla collettività anche attraverso un impegno nella giustizia: cercare di fare andare avanti le cose con alcuni disegni di legge sulla giustizia, tanto che, il primo giorno che sono stato eletto senatore, ho immediatamente presentato un disegno di legge contro la corruzione, i falsi in bilancio e il riciclaggio”.
La “mafia stragista”, ha ricordato Grasso, “non esiste più, è stata destrutturata, è stata ridotta all’impotenza attraverso gli ergastoli che sono stati inflitti tutti con il Maxiprocesso di cui sono stato giudice a latere, e rendendo inoffensivo Matteo Messina Denaro, l’unico latitante rimasto, perché pare che per proteggere la sua latitanza non si possa interessare attivamente tutta Cosa Nostra, per questo è stato anche lui ridimensionato”. Oggi la mafia è “diventata qualcosa di generico, per cui se tutto è mafia nulla più è mafia. Dobbiamo dunque distinguere e cercare di essere molto più precisi nelle analisi”.

“Oggi anche la mafia – ha ribadito Grasso – ha capito che ha bisogno di qualcosa in più per ottenere un’utilità e un profitto. In tutto questo la scomunica è un grande atto che la Chiesa ha fatto, che ha fatto Papa Francesco soprattutto nei confronti dei corrotti”.
La frase ricorrente ‘la mafia fa catturare quelli che non contano più’, Grasso l’ha definita “la solita dietrologia che viene creata perché non è possibile, non è ammesso che lo Stato possa avere attraverso i suoi rappresentanti un successo; c’è sempre questa forma di determinismo negativo che fa venir fuori queste dietrologie”.
“Oggi alle volte – ha fatto notare Grasso – c’è un rigurgito di quella terminologia che sta ad indicare un’antimafia che cerca di avere dei privilegi sul piano della carriera, della visibilità per ottenere vantaggi personali e queste sono le cose che dobbiamo sicuramente evitare.’Si può fare di più’ questa deve essere sempre la spinta a fare contro il disfattismo e deve essere qualcosa che veramente ti porta sempre avanti a cercare di cambiare tutto quello che non va”.

La seconda carica della Stato ha infine affrontato il tema dell’antipolitica: “Il populismo dovrebbe essere qualcosa che riguarda il popolo. Sarebbe una bella parola ma viene usata male, come giustizialismo, per esempio. Il giustizialismo dovrebbe essere qualcosa di positivo, che viene usato però in termini negativi. Spesso l’uso comune di tanti termini etimologicamente non corrisponde alla realtà”.

30 Giugno 2017