Cei, don Maffeis: “Prolusione addio? Tema in agenda, verso più collegialità”
Il direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei a Tv2000: “Impossibile non tenere conto dello stile di Papa Francesco. C’è un Presidente dei vescovi che ha il compito di fare sintesi e non dare direttive”
Roma, 25 settembre 2017. “Il tema” della prolusione del presidente della Cei spostata verso la conclusione “è sul tavolo da diversi anni perché nelle Assemblee generali più volte i vescovi hanno posto il problema: ‘Non varrebbe la pena al posto della prolusione fare una conclusione in modo da raccogliere le voci di tutti’. Sicuramente un cambio di questo tipo aiuta quella collegialità, quel confronto, quella Chiesa sinodale di cui in questo tempo continuiamo a parlare”. Lo ha detto il direttore dell’Ufficio Nazionale Comunicazioni Sociali della Cei, Don Ivan Maffeis, in un’intervista a Tv2000 a margine del Consiglio episcopale permanente, rispondendo alla domanda se la prolusione del card. Bassetti di oggi poteva essere la prima e l’ultima.
“Va detto – ha aggiunto don Maffeis – che la prolusione nasce da un confronto che viene fatto in precedenza con alcuni vescovi, attraverso i rapporti che il Presidente ha sul territorio e i contatti personali. Non è dunque una prolusione scritta con una sola mano”.
“Non va dimenticato – ha proseguito don Maffeis – lo stile di Papa Francesco. Un Papa che a differenza dei suoi predecessori arriva all’Assemblea generale della Cei e fa lui la prolusione. Eravamo abituati ad un Papa che interveniva quasi a conclusione. Dal momento che il Papa dà questa linea, diventa anche questo un’indicazione di cui è impossibile non tenere conto. E poi c’è lo stile con cui il card. Bassetti ha voluto impostare il suo mandato cercando di portare avanti la Chiesa insieme. C’è un Presidente che ha il compito di fare sintesi e non di dare direttive. Potrebbe essere uno stile nuovo per la nostra Chiesa ma in fin dei conti è nelle cose”.
25 Settembre 2017