Il premio Nobel per la Pace a ‘Soul’: “Francesco parla non solo ai cristiani ma all’intera umanità. E’ un obbligo per tutti noi sostenerlo e non lasciarlo solo”

Roma, 18 novembre 2017. Papa Francesco “deve continuare a parlare di politica” perché “noi siamo esseri politici, senza essere partecipi o promotori, senza incasellarci in un partito politico. Ma la politica vuole dire la ricerca del bene comune, ovvero della società. Significa la ricerca del bene comune dell’umanità”. Lo ha detto il premio Nobel per la Pace, Adolfo Pérez Esquivel a ‘Soul’, il programma-intervista di Tv2000 condotto da Monica Mondo in onda domenica 19 novembre alle 12.20 e alle 20.30. Esquivel, nato a Buenos Aires il 26 novembre 1931, è un pacifista argentino che nel 1980 ha ricevuto il prestigioso premio per le denunce contro gli abusi della dittatura militare argentina negli anni ‘70.
Esquivel ha poi respinto al mittente le accuse rivolte a Bergoglio di complicità con la dittatura argentina: “È stato sempre un pastore, e un pastore coerente. Quando terminava la sua funzione di cardinale andava a lavorare nelle villas con la gente normale perché lui ha qualcosa di particolare per avvicinarla. Un pastore sa quando è più utile fare che parlare, un pastore ha un altro carisma rispetto a un profeta. Oggi è diventato il Papa Francesco e ci sta dando una testimonianza incredibile di rinnovamento”.
“Francesco – ha proseguito Esquivel – va alla fonte e la fonte è il Vangelo, è l’acqua viva che ci può curare la mente, lo spirito. Ha segnato un percorso con la ‘Laudato Sì’, un’enciclica non solo rivolta ai cristiani ma a tutta l’umanità. Ha questa visione larga, inclusiva, di speranza, in cui lo dobbiamo accompagnare, lo dobbiamo sostenere, è nostro obbligo. E poi c’è anche l’affetto, sappiamo anche che ha una responsabilità molto forte e non dobbiamo lasciarlo solo”.

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18 Novembre 2017