Il fondatore di Slow Food protagonista della quinta puntata del programma ‘Padre nostro’, condotto da don Marco Pozza, in onda su Tv2000 mercoledì 22 novembre alle ore 21.05.
“Spadellamento cibo in tv rischia di diventare pornografia alimentare”

Roma, 21 novembre 2017. “Quasi un miliardo di persone soffre di malnutrizione e fame e questo è veramente una vergogna”. Lo sottolinea il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, ospite della quinta puntata del programma ‘Padre nostro’, condotto da don Marco Pozza, in onda su Tv2000 domani 22 novembre alle ore 21.05. Protagonista della trasmissione Papa Francesco che dialoga con il giovane cappellano del carcere di Padova, nell’introduzione di ogni puntata. Il programma, nato dalla collaborazione tra la Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede e Tv2000, è strutturato in nove puntate, ogni mercoledì, nel corso delle quali don Marco incontra anche noti personaggi laici del mondo della cultura e dello spettacolo.
“Se si pensa a quanto la Comunità internazionale – denuncia Petrini – investe per superare questa vergogna e la si paragona a quanto la stessa Comunità spende annualmente per comperare e fabbricare armi la proporzione è che non ci sono 37 miliardi di dollari per risolvere il problema della fame all’anno e se ne spendono 740 miliardi di dollari per le armi. In queste due cifre c’è il baratro di un’umanità che non è da Homo Sapiens”.
“Oggi viviamo una situazione schizofrenica – sottolinea Petrini – non si è mai parlato così tanto di cibo anche in televisione e la situazione nelle nostre campagne è drammatiche. Penso sia giunto il momento di coltivare la cultura del cibo a 360 gradi, non solo attraverso gli spadellamenti, dico di più, se noi ci concentriamo solo sugli spadellamenti rischia di diventare pornografia alimentare”. “Dobbiamo avere a cuore il benessere della terra – conclude Petrini – il benessere dei contadini, la socialità delle persone, il fatto che il diritto al cibo è un diritto di tutti, non solo di chi ha i soldi, il diritto al buon cibo non può essere un diritto che è riservato a chi ha i soldi e gli altri devono mangiare prodotti scadenti. Questo non è logico e non è giusto”.

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21 Novembre 2017