‘Ave Maria’ su Tv2000. Papa Francesco: “Alla chiamata di Dio si risponde con paura ed entusiasmo”
Seconda puntata del programma condotto da don Marco Pozza. Martedì 23 ottobre alle ore 21.05
Ospite Michelle Hunziker e Vera Vigevani Jarach (madre di Plaza de Mayo)
Roma, 22 ottobre 2018. “Un ragazzo o una ragazza di oggi che sente una chiamata speciale del Signore se non ha paura qualcosa manca. Io sospetto. Invece quando sente l’entusiasmo di quella chiamata e sente anche la paura va bene perché Dio chiama a cose grandi”. Lo afferma Papa Francesco, nella seconda puntata del programma ‘Ave Maria’, condotto da don Marco Pozza, teologo e cappellano del carcere di Padova, in onda su Tv2000 martedì 23 ottobre alle ore 21.05.
Il programma, nato dalla collaborazione tra il Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede e Tv2000, è strutturato in undici puntate, nel corso delle quali don Marco conversa con il Papa sulla preghiera più conosciuta al mondo e incontra noti personaggi laici del mondo della cultura e dello spettacolo. Ospiti della seconda puntata la conduttrice Michelle Hunziker e Vera Vigevani Jarach, una delle madri di Plaza de Mayo che ha vissuto due genocidi.
“Se non siamo sinceri – prosegue il Papa – sappiamo delle nostre piccolezze, abbiamo paura di sbagliare, paura che questa sia una fantasia, un’illusione. Queste paure umane sono normali davanti a una chiamata del genere che si ripete a distanza ma si ripete per esempio nei giovani che sentono una vocazione a seguire Gesù più da vicino, sia nella vita consacrata sia al sacerdozio sia anche al matrimonio. C’è una paura aperta e una chiusa. La paura chiusa è quella che ti fa schiavo, sei figlio della paura, quella non serve, quella non ti fa crescere, non ti lascia crescere. La paura aperta è il santo timore di Dio. Paura, timore di Dio, ma io vado avanti. Paura e sicurezza, tutti e due insieme”.
“Non solo il Papa – aggiunge Francesco a Tv2000 – tanti uomini e donne anche noi nei momenti difficili della vita dobbiamo prendere le decisioni, una decisione ben presa si prende con un consiglio, le consultazioni ma alla fine nel momento di fare il passo tu sei solo col Signore. Maria era sola in quel momento si spaventò un po’ all’inizio, non capiva bene cosa fosse. Mai aveva pensato una cosa del genere: la chiamata. Ma poi quando ha ricevuto le spiegazioni anche lei ha detto le difficoltà e le è stato spiegato tutto è andata avanti, sola col Signore. Il coraggio di una ragazza che dopo aver avuto le spiegazioni e capito di quale cosa si trattasse, è andata avanti”.
Papa Francesco è infine tornato sulla dolorosa vicenda delle madri di Plaza de Mayo: “A una mamma che ha sofferto quello che hanno sofferto le mamme di Plaza de Mayo io permetto tutto. Le permetto di dire tutto, perché non si può capire qual è il dolore di una mamma. Alle volte tu senti ‘ma io almeno io vorrei vedere il corpo del mio figlio, avere le ossa, sapere dove è stato sepolto’… Le è stato strappato il figlio e buttato; è un’esperienza molto forte, quando a una donna le strappano il figlio. C’è una memoria che io chiamo memoria materna che è anche fisica, è una memoria di carne e ossa. Anche in questa memoria si può spiegare l’angoscia. Tante volte dicono ‘ma dov’era la Chiesa che in quel momento non ci ha difeso’. Io sto zitto, le accompagno. La disperazione di una mamma di Plaza de Mayo è terribile. Dobbiamo accompagnare e rispettare il dolore, prenderle per mano”.
Dall’incontro, dalle parole e dalle risposte del Papa a don Marco è stato realizzato anche il libro ‘Ave Maria’ di Papa Francesco edito dalla Rizzoli e dalla Libreria Editrice Vaticana.
Michelle Hunziker a Tv2000: “Da piccola credevo che mio padre amasse l’alcol più di me”
Ospite della seconda puntata del programma ‘Ave Maria’ condotto da don Marco Pozza racconta anche gli anni della setta: “Oggi con Maria ho un rapporto bellissimo”
“Quando i miei genitori si sono separati, aspettavo che mio padre mi venisse a prendere; lui mi dava appuntamento ma poiché l’alcol purtroppo ti annebbia tutto, si dimenticava. Allora io stavo ore e ore con lo zaino ad aspettare che tornasse papà, e lo difendevo contro tutti”. Lo afferma Michelle Hunziker nella seconda puntata del programma ‘Ave Maria’ con Papa Francesco, condotto da don Marco Pozza, teologo e cappellano del carcere di Padova, in onda su Tv2000 martedì 23 ottobre alle ore 21.05.
“Mia mamma mi diceva: ‘tuo padre non ce la fa, è alcolizzato’. – prosegue la Hunziker – Io non lo volevo ammettere e mi sono sempre più arrabbiata con lui, perché pensavo che lui amasse l’alcol più di me”.
“Da piccolo – sottolinea la Hunziker – non hai la possibilità di comprendere i tuoi genitori. Da piccolo non è neanche giusto che i bambini debbano giustificare i problemi dei genitori. Io ad un certo punto mi sono resa conto che nonostante io sentissi veramente l’amore di mio padre quando era sobrio, quando invece beveva spaccava tutto”.
“Quando sei mamma a 20 anni – ricorda la Hunziker – non hai esperienza di vita e quindi ti aggrappi alle regole, cercando di fare del tuo meglio. Essendo svizzera, le regole per me sono state fondamentali: mi hanno aiutato a educare Aurora ed è venuta su molto bene; però lei dice sempre che ero un generale. Quando cresci e maturi, sei più flessibile, hai più esperienza e quindi un altro approccio; ti godi di più anche la prima infanzia del bambino perché riesci anche a sorridere di alcune cose che magari al primo figlio ti preoccupavano”.
La Hunziker racconta a Tv2000 anche gli anni vissuti all’interno di una setta: “È come se ti abbracciassero, ti dessero questo amore totale, apparentemente totale – diciamolo sempre perché è importante – e poi quando tu sei già bello cotto, quando sei convinto che sei l’eletto d’amore, loro iniziano a parlarti ovviamente di Dio, a dirti che questo è un cammino spirituale, che tu sei una persona speciale, quindi tu ti senti importante per loro ma anche per Dio. E lì praticamente ti hanno incastrato e da lì iniziano ad esercitare il controllo su di te. Quando sei proprio bello cotto a puntino iniziano ad allontanarti, a darti delle punizioni, delle missioni, ti dicono che devi essere il messaggio, però se non fai quello che dicono loro ti puniscono e ti fanno vivere un vuoto e una solitudine”.
Infine il rapporto con la figura di Maria: “Ho un rapporto bellissimo soprattutto adesso, perché da bambina lei – come una mamma – c’è sempre stata ma io non l’ho considerata tanto perché noi figli siam così: pretendiamo la presenza dei genitori per ignorarli, no? E lo facciamo anche con Maria, con Gesù e con Dio; pretendiamo che loro ci siano però li ignoriamo. Però quando cresci ti rendi conto che è bello dedicargli del tempo anche quando non ne hai bisogno”.
Vera Vigevani Jarach a Tv2000: “I voli della morte e il silenzio spaventoso su mia figlia”
Una delle madri di Plaza de Mayo si racconta nella seconda puntata del programma ‘Ave Maria’ condotto da don Marco Pozza
Roma, 22 ottobre 2018. “Mia figlia l’hanno presa dopo il colpo di Stato che è stato in giugno 1976. La sua prigionia è durata poco più di un mese. Questo l’ho saputo 20 anni dopo da una donna che l’ha conosciuta, l’ha vista e me l’ha raccontato. In uno scantinato sotto è subentrata un’altra massa di detenuti e non avevano posto e lì sono cominciati i voli della morte. Li gettavano nell’Oceano”. Così Vera Vigevani Jarach racconta la sua storia nella seconda puntata del programma ‘Ave Maria’ con Papa Francesco, condotto da don Marco Pozza, teologo e cappellano del carcere di Padova, in onda su Tv2000 martedì 23 ottobre alle ore 21.05.
Vera Vigevani nata a Milano nel 1928 è una giornalista e scrittrice italiana che vive in Argentina. Di famiglia ebrea, si rifugia in Argentina nel 1939 per scampare alle leggi razziali fasciste. È una madre di Plaza de Mayo in seguito alla morte della figlia Franca Jarach negli anni della dittatura militare di Jorge Rafael Videla.
“Franca – ricorda la Vigevani – avrebbe potuto essere molto cose nella sua vita: poteva essere un’attrice, una modella, una musicista, una scrittrice, una sportiva, tante cose. La condotta era cattiva, perché era in quell’epoca in cui ha cominciato a militare contro la dittatura. Lei era una che si preoccupava, si preoccupava delle ingiustizie di questo mondo. Per questo l’hanno portata via. Nella scuola dove è stata mia figlia, nella scuola media superiore, perché quando l’hanno presa aveva 18 anni, ci sono 108 scomparsi, 108 ragazzi. Mia figlia sequestrata, portata in un luogo enorme che c’è a Buenos Aires, che è uno dei campi di concentramento argentino e che si chiama Esma, Escuela meccanica dell’Armada argentina, l’Armada è la marina militare. Lì sono sfilate circa 5mila persone. Ci sono quasi 400 luoghi di detenzione, di prigionia clandestina nascosti”.
“Noi madri di Plaza de Mayo – sottolinea Vera Vigevani Jarach a Tv2000 – Non siamo delle eroine, siamo delle madri che dalle viscere abbiamo bisogno di sapere dove sono i nostri figli e cominciamo a conoscerci tra di noi, perché andiamo negli stessi posti a chiedere. Un silenzio spaventoso, silenzio del governo, militare, silenzio dei paesi ai quali si chiede aiuto, silenzio della stampa che sta zitta, silenzio dappertutto, silenzio anche della società”.
22 Ottobre 2018