Il banchiere ed ex ministro del governo Monti ospite del programma di Tv2000 ‘Benedetta economia!: “Alcune banche non andavano salvate, non c’era ragione di usare soldi pubblici”

Roma, 23 novembre 2018. “La crisi più grave per le banche arriva adesso ed è una crisi che attenta al funzionamento delle banche tradizionali”. Lo ha affermato Corrado Passera, banchiere, ex ministro allo Sviluppo economico del governo Monti, oggi fondatore e amministratore delegato della nuova Banca Illimity, ospite della quarta puntata di “Benedetta Economia!”, in onda domenica 25 novembre alle 19 su Tv2000.

Passera ha analizzato la crisi del sistema bancario, commentando anche gli interventi di salvataggio messi in atto dalla politica negli ultimi anni. Da Monte dei Paschi di Siena a Banca Etruria, dalla Banca Popolare di Vicenza a Veneto Banca sono almeno dieci gli istituti di credito italiani che hanno dovuto affrontare una crisi e che, in alcuni casi, hanno penalizzato gravemente migliaia di risparmiatori. 
“All’interno di questa dozzina di banche che hanno affrontato una crisi – ha sottolineato Passera – ci sono situazioni diverse. Il caso più classico è l’incompetenza assoluta. In molti di questi casi però parliamo di delinquenza, cioè di comportamenti al di là della legge, ma in maniera grave. Casi clamorosi di non rispetto delle leggi e delle norme. Alcuni degli interventi messi in atto per salvare alcune di queste banche dovevano essere evitati, perché l’accumularsi di errori e di cattivi comportamenti, doveva essere fermato. Alcune di queste banche, probabilmente, non dovevano proprio essere salvate perché non c’era ragione di usare denaro pubblico, che poi è quello dei contribuenti, per salvarle. In un paio di casi, data la dimensione, il costo del non salvarle sarebbe stato, per la comunità, per i cittadini, più alto di quello che è stato sostenuto per salvarle”.
“Adesso – ha proseguito Passera – c’è una crisi che è addirittura paradigmatica, che attenta al funzionamento delle banche, nel senso che il sistema bancario dovrà cambiare completamente perché le tecnologie digitali, che permettono di fare banche in modo totalmente diverso, la regolazione che vincola moltissimo l’attività, l’entrata del settore bancario dei grandi operatori tecnologici, Amazon piuttosto che Google, che quindi entrano con delle forze pazzesche, e la politica monetaria, che tieni tassi quasi a zero, rende insostenibile il funzionamento delle banche tradizionali. E quindi dovranno nascere delle banche di totale nuova concezione mentre quelle tradizionali dovranno fortemente ristrutturarsi. Non abbiamo vissuto, dunque, una crisi delle banche, ma quattro crisi che si sono inanellate e la più grave arriva adesso”.
“Oggi le banche, nel loro complesso, – ha aggiunto Passera – vengono un po’ identificate come rappresentanti di quelle élite, di quella classe dirigente che oggettivamente ha mancato, che non è stata all’altezza delle sfide e che, anzi, ha contribuito a causare delle crisi globali anche molto gravi”. 

 

23 Novembre 2018