Roma, Pignatone: “Dominata da corruzione e mafie in pace tra loro”
Procuratore Capo al Tg2000: “Riconoscimento metodo mafioso è cambiamento radicale”
Roma, 21 febbraio 2019. “La cifra di Roma è la complessità, non c’è una sola organizzazione che domina la città come a Palermo, a Reggio Calabria, a Napoli”. Lo ha detto il Procuratore Capo di Roma, Giuseppe Pignatone, in un’intervista di Leonardo Possati per il Tg2000, il telegiornale di Tv2000.
“Ci sono tante organizzazioni – ha sottolineato Pignatone – quelle tradizionali delle Regioni meridionali, ci sono quelle locali, ci sono esponenti singoli delle mafie meridionali che hanno fatto grandi investimenti e attività economiche. Poi c’è la corruzione in sé che rimane il problema numero uno della città. E tutto questo si svolge in una sostanziale pax, perché la guerra tra l’una e l’altra fazione rovinerebbe gli affari, invece così si fanno i soldi in un sistematico accordo tra tutti i protagonisti criminali”.
“Il riconoscimento del reato di associazione di tipo mafioso o dell’aggravante mafiosa – ha aggiunto Pignatone a Tv2000 – è un cambiamento radicale. Questo determina la possibilità di infliggere sanzioni pesanti, la confisca dei beni e un regime penitenziario più rigoroso. È fondamentale inquadrare questi fatti nel loro complesso; non è che questi clan non fossero conosciuti già da prima, ma una visione parcellizzata della realtà non faceva cogliere la gravità, l’uso del metodo mafioso cioè il ricorso sistematico alla violenza, all’intimidazione che come dice la legge determina assoggettamento e omertà nell’ambiente circostante. Tutto questo negli ultimi anni grazie al lavoro delle forze dell’ordine è emerso nella sua complessità. E questo allarma di più perché questi clan, se non proprio impadroniti, hanno preso posizioni in settori di affari della Capitale. Certamente ora la reazione giudiziaria è più efficace”.
Regeni, Pignatone: “Siamo fermi. Attendiamo fatti nuovi dall’Egitto”
Procuratore Capo al Tg2000: “Tutto quello che abbiamo ottenuto nasce da collaborazione spontanea dell’autorità giudiziaria egiziana. Nessun trattato tra Italia ed Egitto”
“Sul caso Regeni dal punto di vista giudiziario siamo fermi. Ulteriori passi avanti possono derivare solo da fatti nuovi che vengono dall’autorità giudiziaria egiziana”. Lo ha detto il Procuratore Capo di Roma, Giuseppe Pignatone, in un’intervista di Leonardo Possati per il Tg2000, il telegiornale di Tv2000.
“Tutto quello che abbiamo ottenuto fino adesso – ha aggiunto Pignatone a Tv2000 – nasce dalla collaborazione spontanea dell’autorità giudiziaria egiziana perché non c’è neanche un trattato tra Italia ed Egitto. In questo momento siamo fermi. Abbiamo iscritto alcune persone nel registro degli indagati ma non possiamo fare più passi avanti se non ci sono fatti nuovi che vengono dall’Egitto”.
21 Febbraio 2019