Eritrea, don Zerai: “Chiesa cattolica sta subendo ritorsioni dal regime”
Immagini esclusive del Tg2000 mostrano sigilli a mezzi per emergenze sanitarie
Il sacerdote eritreo a Tv2000: “Vescovi eritrei avevano chiesto al governo un cambiamento a cominciare dalla liberazione di leader politici e religiosi”.
Roma, 25 luglio 2019. “La Chiesa Cattolica in Eritrea sta subendo una vera ritorsione da parte del regime”. Lo ha detto il sacerdote eritreo don Mussie Zerai, in un’intervista di Vito D’Ettorre per il Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando la drammatica situazione dell’Eritrea. Sono 22 gli ospedali cattolici già chiusi. Nel mirino della dittatura di Asmara ora ci sono 50 scuole e 100 asili gestiti dalla chiesa locale. Così il regime eritreo guidato da Isaias Afewerki ricatta i cristiani. Le immagini esclusive del Tg2000 arrivate di nascosto dall’Eritrea mostrano i sigilli posti anche ai mezzi utilizzati dal personale medico per le emergenze a Digsa. In questo piccolo paese del corno d’Africa, isolato dal resto del mondo per volontà del dittatore Afewerki, i cristiani sono perseguitati da tempo. Il patriarca ortodosso Antonios è agli arresti domiciliari dal 2006 ed è stato sostituito da un religioso messo dal regime.
I vescovi della Chiesa cattolica hanno rifiutato qualsiasi patto con il governo militare ma i loro passaporti sono stati requisiti. In una lettera pubblica, l’episcopato eritreo ha chiesto cambiamenti per la democrazia, per i diritti del popolo: l’entrata in vigore della Costituzione mai avvenuta da quando Afawerki è al potere, dal 1993, e poi la fine del servizio militare a tempo indeterminato obbligatorio per tutti, strumento con il quale la dittatura di Asmara ha piegato un’intera nazione. Dopo le richieste contenute nella lettera dei vescovi, è iniziata la controffensiva del regime che ha chiuso ospedali e strutture cattoliche.
“I vescovi eritrei preoccupati del futuro del Paese – ha spiegato a Tv2000 don Zerai – hanno scritto una lettera pastorale con cui hanno denunciato la situazione in Eritrea. Hanno chiesto al governo, a distanza di un anno dalla firma di pace con l’Etiopia, qualche segno di cambiamento e segnale di speranza per la popolazione cominciando dalla liberazione dei prigionieri politici, dei giornalisti, e dei leader religiosi”.
25 Luglio 2019