Dopo il Padre Nostro e l’Ave Maria, il Pontefice conclude la trilogia sulla preghiera

Roma, 28 febbraio 2020. “Un dono che a me piace tanto e che tocca la Chiesa proprio nel suo essere, è che la pluriformità della Chiesa è un dono dello Spirito, perché lo Spirito è l’autore della diversità nella Chiesa. Ma guarda che siamo diversi uno dall’altro…della diversità. Ma è anche l’autore dell’unità: da quella diversità che Lui crea, fa l’unità, l’armonia. Lo afferma Papa Francesco nella terza puntata del programma ‘Io credo’ in onda su Tv2000 (canale 28 e 157 Sky) lunedì 2 marzo ore 21.05. Terzo appuntamento su Tv2000 di Papa Francesco che conclude la trilogia sulla preghiera con il Credo. Il programma è condotto da don Marco Pozza, per la regia di Andrea Salvadore.

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Ospite della terza puntata Paolo Bonolis. All’interno della puntata anche la storia di Giovanni Putoto del Cuamm (Medici con l’Africa) con sede a Padova, la prima organizzazione italiana che si spende per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane
“Ma com’è lo Spirito Santo? Quale gesto ha? Quale faccia ha? – prosegue il Papa a Tv2000 – Lo Spirito Santo e l’umiliazione dello Spirito Santo è non dare a conoscere se stesso, ma soltanto il dono di se stesso. Noi dello Spirito Santo conosciamo soltanto i doni. È un dono. Ma Lui, non sappiamo com’è. Sappiamo che chi fa l’unione del Padre con il Figlio, voi teologi fate tutte queste cose, che sono vere; ma anche Lui, c’è come un abbassamento, una synkatábasis dello Spirito Santo, che soltanto conosciamo di Lui: il dono. Il dono che regala. L’essere divino che dà dei doni. E uno dei doni è questo: soffiare per far crescere la Chiesa”.
È come un’orchestra – spiega Papa Francesco – prima ti fa, ognuno dei musicisti ti fa portare alla perfezione, ma questa orchestra lo fa nell’armonia. E una delle cose per fare l’armonia è soffiare sulle ceneri che coprono tante, tante miserie nostre per far vedere la verità. Ti fa prendere coscienza di te stesso, di me stesso. Anzi, porta la vergogna. La vergogna è una grazia. A me tocca tanto la fine del capitolo XVI di Ezechiele: ‘E per la tua vergogna io ti salverò’. La consapevolezza che ha un sentimento […] dentro di essere salvato, sempre va con la vergogna. ‘Ma guarda io ho fatto questo e la mia vita sarebbe stata un disastro, e qualcuno mi ha preso per mano’. E questo è un dono dello Spirito: mantenere la vergogna”.
Papa Francesco nel dialogo con don Marco Pozza ribadisce che la Chiesa non è una ONG. E alla domanda Qual è il giusto rapporto per non diventare ONG ma per essere anche una presenza che cambia concretamente la storia?’ risponde: “Il rapporto che c’è tra la radice, l’albero, i fiori e il frutto. È l’insieme. Il frutto di una ONG, per esempio, non sarà attraente ecclesialmente senza le radici, senza la tradizione. Tradizione nel senso di popolo vivente che porta avanti, tradizione in questo senso”.
Papa Francesco, infine, torna sull’importanza della testimonianza di fede: “In ognuna delle Gmg io faccio un pranzo con ragazzi e ragazze di diverse parti del mondo. E lì (Carcovia ndr) c’era un ragazzo cattolico che dice: ‘Io vado all’università e ho tanti compagni atei, e io vorrei dire loro la mia fede ma non so come dirlo: cosa devo dirgli?’. Io ho risposto ispirato da San Francesco: ‘L’ultima cosa che tu devi fare è dire; tu vivi, e sarà lui a domandarti: ma tu, perché vivi così?’. Cioè, la testimonianza, la testimonianza della fede. La fede entra per la testimonianza di una famiglia, per la testimonianza di un popolo, per la testimonianza di un prete, per la testimonianza di un amico … non so, ma è la testimonianza. Non ti è entrata leggendo il Denzinger”.

 

 

Bonolis a Tv2000: “Sono un timido con la maschera da esibizionista”
Il presentatore ospite della terza puntata del programma ‘Io credo’: “Non credo in Dio ma prego la sera. Il sorriso è il miglior antibiotico all’esistenza”.

Roma, 28 febbraio 2020. “Sono una persona molto timida. Realmente, lo sono sempre stato. Sono timido soprattutto nell’esplicazione dei sentimenti e nell’incrociare gli altri”. Lo afferma Paolo Bonolis nella terza puntata del programma ‘Io credo’, in onda su Tv2000 (canale 28 e 157 Sky) lunedì 2 marzo ore 21.05, condotto da don Marco Pozza e per la regia di Andrea Salvadore. All’interno della puntata anche la storia di Giovanni Putoto del Cuamm (Medici con l’Africa) con sede a Padova, la prima organizzazione italiana che si spende per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane.

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“Quando vedo gli entusiasmi – aggiunge Bonolis a Tv2000 – quando ci si incontra, io ho sempre un po’ di difficoltà. Perché non conosco. Lento pede, cominciamo a conoscerci e mi sta bene. Però mi piace il rapporto de visu: insomma, devo parlare con una persona per poterla comprendere. Sono sempre stato molto timido. Fin da ragazzino, nelle feste stavo nell’angoletto: stavo bono bono, lì, perché sono timido fondamentalmente. Però ho anche un’anima di volontà di raccontare, e quindi esibizionista. E per permettere a questa anima esibizionista, che ha voglia di raccontare, di potersi esprimere, ho avuto la fortuna di incrociare questo lavoro. Perché ho la maschera del lavoro: mi sono riuscito a nascondere dove c’è più luce”.
Bonolis nell’intervista a Tv2000 parla anche del suo rapporto con Dio e la fede: “Non credo in Dio, non ho un oggettivo ‘credo’, mi fermo al ‘so’. La sera, sempre, apro con le preghiere che mi hanno insegnato (ho fatto le scuole dai preti, quindi m’hanno insegnato Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre). Apro con queste perché questo mi dà l’idea di poter aprire questa porta e rivolgermi con gratitudine e salutare tutte quelle persone che sono passate attraverso la mia vita e adesso non ci sono più. E le saluto, da mio padre a persone che ho incrociato per un attimo, ma evidentemente qualche impronta l’hanno lasciata, al punto che me le ricordo ancora e le saluto prima d’addormentarmi. Tutto qua”.

Uno dei presentatori più conosciuti nel panorama italiano televisivo si racconta ai microfoni di Tv2000 a viso aperto: “Volevo esplorare il mondo” poi, “sinceramente, s’era esplorato praticamente tutto. Mentre un luogo sempre esplorabile, eternamente in mutazione, è quello della persona che hai di fronte. La persona che hai di fronte è sempre un territorio nuovo e mi piace l’idea, nelle trasmissioni che faccio, di incrociare persone sempre differenti”.
Infine un pensiero sul sorriso definito da Bonolis come “il miglior antibiotico all’esistenza: quando riesci a sorridere o a ridere, di qualunque cosa, non in continuazione (sennò sei rimbambito), se riesci a farlo con serenità, stai concedendo – a te stesso, a chi sta intorno e alla vita stessa – parecchia luce”.

28 Febbraio 2020