Mirabelli: “Attenzione all’uso dei Dpcm, così viene meno il Parlamento”
Il presidente emerito della Corte Costituzionale a Tv2000: “Gestione stato emergenza? Si rischia danno alla democrazia. Serve nuova legge elettorale. Le correnti in Magistratura trasformate in gruppi che governano interessi e carriere”
Roma, 2 ottobre 2020. “Attenzione all’uso di decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri che sono pur legittimi atti amministrativi. Viene meno la decisione del Parlamento, assunta con una legge, e quindi la responsabilità politica immediata dell’organo rappresentativo della sovranità nazionale”. Lo afferma il presidente emerito della Corte costituzionale, Cesare Mirabelli, ospite del programma ‘Soul’, condotto da Monica Mondo, nella prima puntata della nuova stagione in onda su Tv2000 (canale 28 e 157 Sky) sabato 3 ottobre alle ore 20.50.
“E i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri – sottolinea Mirabelli – non sono sottoposti alla firma del Presidente della Repubblica, che pure un ruolo di garanzia lo esercita, e non sono neanche soggetti ad approvazione da parte del Parlamento che però conserva tutti i suoi poteri, perché ha un potere di indirizzo, di controllo, e può arrivare anche a sfiduciare il governo se abusasse di questo potere”.
“C’è il rischio che la gestione dello stato d’emergenza possa provocare un danno alla democrazia. Per fortuna nel nostro Paese – sottolinea Mirabelli a Tv2000 – non l’abbiamo corso perché le istituzioni sono salde. Ma è da evitare che si innestino delle consuetudini che possono essere usate diversamente quando si presenti un atteggiamento o un sistema politico autoritario. Ci sono delle garanzie che la Costituzione prevede, cioè che ove occorra una legge, questa deve essere per un tempo determinato e la limitazione adeguata rispetto al fine e proporzionale. Non può esser sacrificato un diritto se non in proporzione a un altro bene, e comunque non può essere totalmente annullato, può essere compresso ma non annullato”. (continua a leggere)
Il presidente emerito della Consulta si è anche espresso sul recente Referendum: “Che si esprima direttamente il corpo elettorale è sempre un fatto positivo per la democrazia. Che il contenuto della scelta sia positivo o negativo, lo vedremo dall’esperienza. Certamente impone degli aggiustamenti non semplici, occorre una nuova legge elettorale per assicurare la corretta rappresentanza del corpo elettorale in Parlamento e per assicurare la funzionalità del Senato, in particolare con un numero di componenti molto più ristretto, 200 componenti”.
Mirabelli, ai microfoni di Tv2000, ha infine lanciato un monito sulle ‘correnti’ nella Magistratura che “da luogo di elaborazione e di confronto di idee, si sono un po’ trasformate in gruppi che in qualche modo governano gli interessi e le carriere e si collocano anche in un’interferenza con una istituzione, il Consiglio Superiore della Magistratura, che è l’organo che garantisce l’indipendenza, presiedendo alle nomine ai trasferimenti, ai concorsi interni, alle promozioni. Questi nodi vanno sciolti”.
2 Ottobre 2020