Stefano Accorsi, divo internazionale al centro di una storia di amicizia e bilanci esistenziali dal titolo Azul, e Laura Sicignano regista e autrice di Kakuma, spettacolo che racconta le estreme condizioni di vita nell’omonimo campo profughi al confine tra Kenya e Sud Sudan, sono i protagonisti della puntata di Retroscena– I segreti del teatro, il programma di Michele Sciancalepore in onda martedì 21 febbraio in seconda serata su Tv2000.

 Nella prima parte di Retroscena è Stefano Accorsi ad accompagnarci alla scoperta dello spettacolo di cui è protagonista, dal titolo Azul – Gioia, Furia, Fede y Eterno Amor, scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca. Titolo esotico che rimanda alla storia di quattro amici accomunati dalla passione calcistica, che fanno i conti con le rispettive vite e, facendo affiorare ricordi, provano a ricostruire una serenità andata in pezzi. Nel vortice di una carriera divisa tra cinema e teatro, Stefano Accorsi si racconta come uomo che ha saputo accettare anche gli errori e le cadute: “La paura serve nella vita, lo sbaglio più grave si fa quando si sottostimano i problemi. Avevo molta paura di fallire e mi sono reso conto che quando poi ho sbagliato, sono stato un po’ sovrastato da quel senso di fallimento. Qualche calcio di rigore l’ho sbagliato, come tutti” dice a Retroscena.

Nella seconda parte del programma spetta alla regista e autrice Laura Sicignano il compito di accendere i riflettori su una delle esperienze più sconvolgenti che l’hanno vista protagonista e che la sua sapienza teatrale ha trasformato in uno spettacolo dal titolo Kakuma – Fishing in the Desert.  Si tratta di un progetto che nasce dopo la visita a uno dei più grandi campi profughi del mondo: un’enorme distesa di baracche, polvere e sterpaglie in un lembo di terra senza nome al confine tra il Kenya e il Sud Sudan; un lavoro asciutto ma potente scaturito da un bisogno inderogabile della Sicignano, quello di ripensare le ragioni del suo lavoro, il teatro, e il senso stesso dello stare al mondo. “Kakuma” – che in lingua swahili significa «nessun posto» – nasce nel 1992 per accogliere oltre 20mila bambini fuggiti dalla guerra civile nel Sudan meridionale; un luogo che è l’immagine più vicina a quella dell’inferno sulla terra, dove si sopravvive grazie alla Fede e all’aiuto pratico dei gesuiti, che si occupano di istruzione e disabilità, e al gruppo di ragazzi di “Fishing in the desert” – di cui si racconta nello spettacolo – giovanissimi che provengono da tutta l’Africa che con un fondo di appena 5 mila euro hanno creato un allevamento di pesci.

Al termine della puntata la “sand artist” Gabriella Compagnone e la rubrica CheTeatroFa, la mappa degli appuntamenti e delle “temperature” teatrali più significative della nostra penisola in stile Meteo.

17 Febbraio 2023