Bonomi (Confindustria): “Da tre anni chiediamo taglio cuneo fiscale. Salario minimo non risolve problemi”
Il presidente di Confindustria ospite a Tv2000: “Oltre la metà dei contratti scaduti sono nella PA, è inaccettabile”
“Confindustria da tre anni sta chiedendo il taglio del cuneo fiscale per i dipendenti sotto i 35mila euro perché è evidente che questi dipendenti hanno avuto, a causa dell’aumento delle materie prime e di quelle energetiche, un danno forte al loro potere d’acquisto. Però non si sta intervenendo”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ospite della prima puntata di ‘Pani e Pesci, l’economia del Vangelo’ in onda su Tv2000 sabato 7 ottobre ore 15.15.
“Abbiamo proposto – prosegue Bonomi – di mettere 16 miliardi – 2/3 a favore dei dipendenti 1/3 a favore delle imprese (ricordo che oggi è il contrario) diciamo che è giusto in questo momento mettere più soldi in tasca ai lavoratori e chiediamo anche che questo taglio sia strutturale. Però non si ascoltano questi temi: la produttività, il taglio del costo del lavoro. Si parla solo di salario minimo che diventa una battaglia politica che non porta a risolvere i problemi degli italiani”.
“Commercio e servizi – spiega Bonomi – sono i settori in cui ci sono più contratti in vacatio, è evidente che ci sono quei settori in cui più della metà sono scaduti. Io i contratti li ho rinnovati tutti perché quello è un passaggio di corretto rapporto civile fra noi e i lavoratori. Più della metà (dei contratti scaduti) sono nella pubblica amministrazione…è lo Stato che non rinnova i contratti e questa è una cosa che non è francamente accettabile. Nella sanità e nella PA…se è lo Stato per primo che non rinnova il contratto credo che non sia corretto”.
“La contrattazione collettiva nazionale – sottolinea Bonomi – è la strada maestra da seguire perché sta dimostrando che consente di dare dignità al lavoro. La contrattazione è il momento in cui si fa sintesi delle necessità dell’impresa e dei lavoratori”.
“Dov’è che si parla di salario minimo? Si parla in Europa – aggiunge Bonomi – perché l’Europa vuole intervenire su due effetti. I paesi con bassa contrattazione collettiva nazionale del lavoro e quindi che fanno dumping salariale all’interno della comunità europea e per regolamentare il salario minimo perché c’è dumping anche sul salario minimo all’interno dei paesi dell’Europa”.
“Prendiamo per buona – conclude Bonomi a Tv2000 – la fissazione a 9 euro della soglia del salario minimo. Nessuno sa da dove è nata questa cifra. Si potrebbe dire 9 euro sono giusti o sbagliati? Ma prendiamoli per buoni. I contratti collettivi nazionali di Confindustria che coprono 5 milioni e mezzo di lavoratori sono tutti superiori a questa cifra. Non è un tema dell’industria italiana”.
6 Ottobre 2023