30 novembre
ACQUA
La ricerca dei simboli del sacro ha inizio con uno dei simboli fondamentali della cristianità: l’acqua.
Simbolo tra i più antichi e tra i più polisemici, il simbolo dell’acqua scorre nei testi sacri dalla Genesi all’Apocalisse.
Elemento naturale indispensabile per la vita, l’acqua garantisce la sopravvivenza e lo sviluppo della vita umana.
Muovendosi tra le città di Capua e Napoli, la nostra conduttrice risale lungo il corso dei significati molteplici racchiusi in questo simbolo.
Il Lapis Museum di Napoli, dove ancora sono visibili le antiche cisterne romane, mantiene viva la memoria dell’importanza, per lo sviluppo delle città e delle civiltà umane, di questo elemento naturale.
Passeggiando per le strade dell’assolata città di Napoli, da un bicchiere d’acqua ricevuto da chi qui vi abita traspare un significato ancora più profondo: l’acqua offerta a chi ha sete è simbolo di ospitalità,
di accoglienza. Dare da bere agli assetati è una delle sette opere della misericordia, come osserviamo insieme alla nostra conduttrice nel dipinto di Caravaggio “Le sette opere della misericordia” conservato al Pio Monte della Misericordia.
Nel dialogo con un teologo in biblioteca emerge la simbologia cristiana: l’acqua è fonte di vita; forza cosmica che solo Dio può dominare; simbolo di purificazione, simbolo dello Spirito Santo; e come simbolo di vita eterna, offerta a noi da Dio, espresso nell’incontro di Gesù con la samaritana al pozzo, l’acqua è simbolo del Suo amore per noi.
Con il semplice gesto di dare da bene a chi ha sete, compiamo in realtà uno dei gesti più simbolici: affiancando i volontari de “Gli Angeli di Strada Villanova”, che collaborano con il “Progetto Arca”, con la nostra conduttrice capiamo che in questo gesto si esprimono l’accoglienza e l’ospitalità verso il prossimo, chiunque esso sia.
Al termine della ricerca fatta di incontri e approfondimenti, visitiamo la Basilica di Sant’Angelo in Formis, a Capua, e ammiriamo i suoi splenditi affreschi: in quello della raffigurazione dell’incontro di Gesù al pozzo con la samaritana traspare chiaro ora il significato simbolico in esso espresso.

 

7 dicembre
PANE
Il pane è l’alimento base per eccellenza.
Come una sineddoche, dire “pane” vuol dire “cibo” e Napoli è la città che viene in mente quando pensiamo alla panificazione, che i napoletani hanno saputo trasformare in arte. E Napoli è la città in cui la nostra conduttrice si aggirerà alla ricerca del simbolo cristiano del pane.
Interrogando un panettiere di una storica panetteria napoletana, la nostra conduttrice scoprirà il tradizionale “pane cafone”, il pane “dei poveri”, perché il pane è quell’alimento che mai può mancare a tavola, perché simbolo di cibo, essenziale alla vita umana. Declinato in svariate forme, esso spicca tra i cibi che si possono gustare nelle botteghe e panetterie dei quartieri storici della città.
Ma Napoli sa offrire ancora molto di più. Nella Basilica di San Lorenzo Magggiore, conosciuta dai napoletani come la Basilica di Sant’Antonio, frate Domenico ci parla dell’anima cristiana del popolo napoletano. Nelle feste per le persone sole, povere e bisognose che nei locali della Basilica hanno luogo diverse volte l’anno, il pane simbolo di cibo, ma soprattutto, simbolo della parola di Dio, alimento imprescindibile della vita spirituale, viene offerto e condiviso, come segno di amore per il nostro prossimo.
In una biblioteca, insieme alla nostra conduttrice ascoltiamo le parole di un teologo sul pane come simbolo cristiano: il pane di cui Dio ci fa dono, il “vero” pane della vita, è la sua parola, sono i suoi insegnamenti. E come per le cose preziose, non va sprecato.
In una società come la nostra in cui le cose sembrano aver perso valore, la nostra conduttrice ci porta da un panettiere che nel pane ritrova i valori di “famiglia”, dello “stare insieme”, di “condivisione” e chi ci parla della sua iniziativa che rinnova una nobile tradizione, quella del “pane sospeso”: buste piene di pane invenduto che invece di essere sprecato e gettato via egli lascia a disposizione di chi ne voglia, appese alla grate del suo negozio a fine giornata, per condividerlo con chi non ne ha.
Nel dipinto di Jusepe de Ribera, “La comunione degli Apostoli”, conservato alla Certosa di San Martino, è Gesù stesso che spezza il pane della vita e lo condivide con gli apostoli. Nella celebrazione dell’eucarestia, si rinnova il dono infinitamente grande di Gesù a noi.

 

14 dicembre
GIGLIO
Il simbolo cristiano del giglio è a tutti noto e rimanda immediatamente alla purezza, e quindi a Maria, la “tutta pura”. Alla ricerca del simbolo cristiano del giglio, la nostra conduttrice si muoverà nella città di Firenze, città dalla doppia anima: se il giglio ne è il simbolo araldico, e si mostra apertamente tra i suoi palazzi e le sue vie, vivida e fiorente è l’anima cristiana di questa città.
Passeggiando nello splendido Giardino di Iris, discorrendo con la curatrice del Giardino, da essa la nostra conduttrice inizierà a capire perché la storia di Firenze è legata a quella del giglio.
Nella bottega di un orafo, vedrà come la forma di questo fiore grazie alla maestria dell’artigiano è declinata e riprodotta in delicati gioielli.
Continuando a perlustrare la città alla ricerca del simbolo, come per caso scoprirà la Veneranda Arciconfraternita della Misericordia, che nel suo stemma, accanto al giglio, simbolo della città di Firenze, ha posto la croce, simbolo della cristianità, a voler significare che le sue opere di assistenza sono svolte con spirito cristiano di carità e misericordia, e che queste sono tali solo quando sono praticate con intenti puri.
In una biblioteca con un teologo il simbolo del giglio ci condurrà a scoprire la figura di Maria, donna, madre di Gesù, sua discepola e nostro modello di purezza.
E sono le Suore Missionarie Francescane di Maria, che la nostra conduttrice incontrerà inaspettatamente, a farle vedere come una vita dedita a Dio, sull’esempio di Maria, condotta in totale disponibilità e fiducia in Lui, possa ancora oggi incarnare una purezza di intenti che spinge a fare tutto per amore di Dio.
Infine, davanti al capolavoro di Leonardo da Vinci, L’Annunciazione”, nella Galleria degli Uffizi, alla nostra conduttrice, e a noi con lei, non resterà che lasciarsi incantare da questo magnifico dipinto, in cui l’Angelo che annuncia a Maria la nascita verginale di Gesù le porge un giglio, a simboleggiare la purezza della madre di Gesù.

 

21 dicembre
MELAGRANA
Che la melagrana sia un frutto di un coloro rosso intenso, con una miriade di semi piccoli piccoli, che richiede tanta pazienza per essere gustato un poco forse lo sanno tutti.
Ma che per il suo colore rosso intenso e per la sua miriade di semi la melagrana sia un simbolo cristiano forse è cosa se non ignota, quasi dimenticata.
A Siena, dove la luce riflette i mattoni rossi delle case, di quel particolare rosso di questa città – rosso di Siena, appunto – la nostra conduttrice si muoverà per le sue strette e tortuose vie alla ricerca del simbolo cristiano della melagrana.
Prendendo le mosse da un agriturismo, in cui assaporerà una gustosissima marmellata di melagrana, si recherà in una storica farmacia della città, di cui il farmacista le illustrerà gli impieghi della melagrana nella farmacopea, noti già presso i popoli antichi.
Al Museo Opera Duomo, che conserva alcuni antichi paliotti sacri finemente decorati con raffigurazioni di melagrane scopriamo come anche nell’arte sacra tessile il simbolo della melagrana era ampiamente diffuso.
Nascosta in piena vista tra le decorazioni architettoniche e scultoree della città, l’approfondimento con un esperto in una biblioteca ne porta alla luce i significati simbolici cristiani: la melagrana è il simbolo della passione di Gesù, simbolo della comunità cristiana, e simbolo dell’amore tra gli sposi.
Accolta come in una famiglia presso la comunità pastorale familiare, lì ascolterà le testimonianze delle coppie sposate e della guida spirituale che assieme offrono la loro esperienza di vita alle giovani coppie che iniziano il cammino matrimoniale.
Nella Pinacoteca Nazionale, nel dipinto “La Madonna della melagrana” di Pinturicchio, che ritrae la Madonna con Gesù Bambino, le due figure sostengono insieme il frutto della melagrana: nel loro gesto condiviso è simboleggiata l’accettazione e la condivisione della futura passione di Gesù, il cui amore per gli uomini arriva fino a donare la sua vita per noi.

 

28 dicembre
CERVO
Gli animali hanno da sempre catturato l’attenzione dell’uomo. Esseri viventi come noi, creature anch’esse di Dio, hanno una loro natura propria, che sa incantarci per la sua bellezza e per il suo mistero.
Forse per questo alcuni di essi sono diventati simboli.
Nel Salmo 42 le anime dei fedeli che anelano a Dio sono descritte come le cerve che anelano ai corsi d’acqua.
Prendendo le mosse da un antico atelier situato in Umbria, in cui, oggi come nel passato con l’arte della tessitura raffigurazioni del cervo impreziosiscono fini tessuti lavorati con antichi telai; passando per La Villa dei Mosaici di Spello, in cui lo stesso motivo decora i mosaici dell’antica villa, ascoltando le parole del nostro teologo in una biblioteca , la nostra conduttrice risalirà fino al simbolo cristiano del cervo.
A Foligno incontrerà la comunità dei catecumeni, le cui anime che hanno scoperto Dio, assetate, saziano la loro sete abbeverandosi alla fonte battesimale, fonte di vita eterna.
Infine, davanti alla maestosa facciata della Basilica di San Pietro extra Moenia, a Spoleto, interamente decorata di simboli, lo sguardo della nostra conduttrice ci condurrà ad ammirare, tra i simboli che mani di scalpellini hanno saputo immortale, anche quello del cervo, come a ricordarci che la vita degli uomini anela a vita eterna.

 

4 gennaio
PAVONE
Penne con splenditi riflessi blu-verdi e macchie azzurre che ricordano la forma di un occhio e così lunghe da formare uno strascico e che sollevate e aperte a ventaglio ipnotizzano per la loro maestosità e per il loro splendore: è il pavone, animale che fin dall’antichità ha saputo guadagnarsi un posto privilegiato tra i simboli.
Simbolo noto anche nel mondo greco-romano antico, nella tradizione cristiana è il simbolo per eccellenza della rinascita spirituale dell’uomo. Il pavone, che ogni anno lascia cadere le sue vecchie piume e ne mette di nuove, simboleggia la vita del fedele che rinasce a nuova vita, quella in Cristo.
Iniziando la sua ricerca del simbolo cristiano del pavone nelle terre umbre, in un agriturismo la nostra conduttrice potrà vedere da vicino questi splenditi animali e lasciarsi incantare dalla loro bellezza.
Nel Museo Regionale delle ceramiche di Deruta riscoprirà le decorazioni a occhio di pavone con cui fin dai secoli del passato gli uomini hanno voluto abbellire le loro produzioni artistiche in ceramica.
In una biblioteca, dialogando con un teologo, potrà approfondire la conoscenza dei significati cristiani che il simbolo del pavone contiene ed esprime.
Facendo visita ad Amelia alla “Comunità incontro”, una comunità di recupero per persone con dipendenze, fondata da Don Pierino, vedrà come grazie all’impegno e alla fiducia profusi dalle figure professionali che lì operano, i giovani che la Comunità accoglie possono iniziare una vita nuova, rinnovata nello spirito.
Infine, è negli affreschi della Cappella Baglioni di Pinturicchio, a Spello – dove il simbolo del pavone è rappresentato due volte, nella figura di un pavone su un tetto a vegliare la nascita di Gesù, e, ancora più simbolicamente, nelle ali di un Angelo che sono rappresentate come quelle di un pavone – che la nostra conduttrice ritroverà il simbolo cristiano del pavone immortalato in un capolavoro d’arte.

 

11 gennaio
COLOMBA
Quando vediamo una colomba disegnata su una bandiera sappiamo che stiamo guardando un simbolo, il simbolo della pace. Ma da dove ha origine questa simbologia?
E la colomba, quando è simbolo, esprime solo il significato di “pace”?
Nella ricerca sul significato del simbolo cristiano della colomba la nostra conduttrice si incamminerà verso la città di Roma partendo dalle sue campagne. È proprio in queste, lontane dalla vita cittadina, che un addestratore di colombe le farà tenere tra le mani una sua amata colomba, mentre le parlerà di un primo significato simbolico di questi animali, che monogame per tutta la vita, sono il simbolo della fedeltà.
Entrando nelle aule di una scuola materna, lungo le sue pareti i disegni fantasiosi e colorati di colombe sono le “opere d’arte” create dai bambini e dalle bambine che nella loro semplicità ci ricordano che sono propri i più piccoli ad essere maestri nel “fare la pace”.
Ma “colomba” è anche il nome del dolce che tradizionalmente consumiamo nel periodo pasquale.
E portando in dono in una parrocchia una colomba preparata artigianalmente da una pasticcera, la nostra conduttrice prenderà parte ad un’iniziativa promossa dalla diocesi di Roma, impegnata a portare il dolce pasquale della colomba – simbolo di pace e di speranza – nelle carceri di Rebibbia.
In una biblioteca interrogando un teologo la nostra conduttrice ci farà scoprire la pluralità di significati contenuti nel simbolo cristiano della colomba, a partire dalla colomba “più famosa” degli episodi narrati nella Bibbia: quella di Noè, la colomba messaggera di pace.
Ed è questo significato che vedremo attuato e attualizzato nell’impegno e nel lavoro quotidiano dei professionisti attivi nel campo della ricerca, della cultura e del sociale che compongono l’Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo, IRIAD. Come ascolteremo dalle loro parole, la pace nel mondo, tra gli stati e tra le persone, è un obiettivo da raggiungere e per il quale bisogna lavorare, a partire dal dialogo.
A suggellare uno dei significati che maggiormente si sono affermati nella simbologia cristiana, nella cupola della Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, l’architetto Borromini pose tra le decorazioni la figura di una colomba, simbolo dello Spirito Santo che discende sugli uomini.

 

18 gennaio
BUON PASTORE
Proverbiale è il detto che dice che il pastore conosce le sue pecore una a una. Ma è davvero così?
Ebbene sì, come ci conferma un pastore, primo tra le persone che la nostra conduttrice incontrerà alla ricerca del simbolo cristiano del buon pastore.
Raggiungendo il pastore nelle campagne laziali, lì dove egli conduce al pascolo il suo gregge, la nostra conduttrice troverà la prima conferma che quella del pastore, che guida e protegge le sue pecore, in modo particolare le più deboli, è ancora una figura fondamentale per la nostra società e custode di significati profondi.
Visitando a Velletri il Museo Civico Oreste Nardini, la nostra conduttrice scoprirà che sulle pareti
esterne dello splendido Sarcofago delle Fatiche di Ercole del II sec. d. C., accanto alle figure di dei ed eroi, trova spazio anche quella del pastore, a testimonianza dell’importanza che quest’umile figura già aveva presso gli antichi. Ma è nella Lastra dell’Orante del III sec. d. C., in cui attraverso i simboli cristiani sono narrate alcune tra le storie del vecchio e nel nuovo testamento, che è rappresentata la figura di un altro pastore, quello per antonomasia, il buon pastore. Ma trovare vivo nel nostro presente il simbolo del buon pastore è ancora possibile?
Facendo la conoscenza dei ragazzi dell’oratorio della parrocchia di S. Filippo Neri alla Pineta Sacchetti di Roma, e discorrendo con il loro viceparroco, vedremo come in un luogo simile c’è chi si pone in ascolto per guidare e affiancare nel suo cammino di vita e di fede chi ne ha bisogno.
In una biblioteca, nel dialogo con un teologo, la nostra conduttrice approfondirà i tratti del buon pastore come sono narrati nelle Sacre Scritture, e ascolterà fino a che punto l’amore per noi di Gesù – il buon pastore – si è spinto in alto, fino a dare la sua vita per noi.
Alla luce di quanto approfondito in questo dialogo, la nostra conduttrice potrà recarsi presso la sede della Fondazione Internazionale del Buon Pastore, che insieme alla Congregazione del Buon Pastore fondata da Suor Maria Eufrasia, opera in più di 70 paesi del mondo, con progetti rivolti ai più deboli, per guidarli e accompagnarli nella vita e nello sviluppo di un’esistenza dignitosa.

 

25 gennaio e 1 febbraio
SPECIALI
Dopo aver viaggiato per le regioni di Italia alla ricerca dei simboli del sacro; dopo aver incontrato persone e realtà professionali che quei simboli hanno saputo intercettare e declinare nella quotidianità; dopo aver dialogato in una biblioteca con un teologo che di quei simboli ha mostrato la ricchezza; e dopo aver ammirato i capolavori dell’arte in cui quegli stessi simboli sono stati immortalati dagli artisti che ne hanno saputo cogliere ed esprimere la bellezza, la nostra conduttrice, ora al termine del suo viaggio, ricorderà le tappe del suo cammino. Tra ricordi di incontri e momenti inediti, vedremo come i simboli del sacro sono intrecciati tra di loro in un rimando continuo l’uno all’altro e come, quasi come in una staffetta, essi continuino ad essere vivi perché condivisi e trasmessi di mano in mano, di vita in vita. 

26 Novembre 2024