Il regista: “La politica non è lungimirante sul cinema”

L’intervista di Effetto notte in onda venerdì 28 febbraio in seconda serata

 

“Questa proposta me l’ha detta il ministro Giuli. Già col governo Ciampi e col governo Amato il Ministro dei beni culturali Alberto Ronchey avvertì la necessità di un Ministero del cinema quando il cinema andava a mille”. Lo dichiara Pupi Avati a Tv2000, ospite del programma Effetto notte, rotocalco sul cinema condotto da Fabio Falzone, in onda venerdì 28 febbraio in seconda serata.

Il regista, visibilmente preoccupato della situazione del cinema in Italia incalza: “Se allora serviva un Ministero del Cinema, pensa quanto servirebbe oggi che il cinema sta morendo”.

“Dovrebbe occuparsi solo di cinema – continua Avati a Tv2000 – cioè dalle sale cinematografiche alle produzioni, alla qualità dei film, però con persone competenti, non persone che debbono simultaneamente occuparsi della festa di paese, degli scavi di Pompei, della musica dal vivo e dell’editoria e nello stesso tempo di Netflix e di come finanziare i film. È evidente che c’è un groviglio lì dentro, all’interno di quel ministero, che è eccessivo, che sovrasta le persone che con grande buona volontà stanno cercando invece di sopravvivere di aiutarci, ma non ce la fanno più, siamo andati oltre e tutto è paralizzato”.

“Fino a due anni fa se cercavi un macchinista non lo trovavi libero – conclude Avati –  Oggi trovi tutti a casa, trovi tutti liberi. Il cinema italiano veramente sta morendo. Ma la politica non se ne accorge. La politica non è per niente interessata, non è lungimirante su questo versante”.

 

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27 Febbraio 2025