Papa, settimanale cattolico: “In Polonia sentimenti xenofobi e antislamici. Wojtyla non lo avrebbe permesso”.
Roma, 28 luglio 2016 – “Solo lo 0,5% della popolazione polacca è di origine straniera, eppure ci sono fortissimi sentimenti antislamici e la xenofobia, un fenomeno relativamente nuovo di cui è difficile spiegare i motivi. Il Paese sta contraddicendo la propria tradizione multiculturale e plurireligiosa, siamo diventati un Paese con una sola cultura: sono scomparsi gli ebrei, gli ucraini, i bielorussi, i lituani che abitavano qui da secoli. Siamo diventati un monolite nazionale e religioso”. Lo ha detto il caporedattore del settimanale cattolico polacco Tygodnik Powszechny, Piotr Mucharski, in un’intervista rilasciata all’inviato di Tv2000, Massimiliano Cochi. Sul Tygodnik Powszechny scrisse, da giovane sacerdote e successivamente da cardinale, anche Karol Wojtyla.
“L’atmosfera di destra, l’atmosfera nazionalista – ha proseguito Mucharski – ha definito il cittadino con due parole che vanno sempre insieme: polacco-cattolico. Tutti gli altri sono già sospetti, stranieri, persone che non appartengono a questa tribù. La Polonia è divisa, è una divisione dolorosa”.
“C’era in Polonia – ha sottolineato Mucharski – la tradizione della cosiddetta ‘Chiesa aperta’, di una Chiesa che non entrasse nelle cose della politica e dei partiti. Se oggi Wojtyla fosse vivo i rappresentanti della Chiesa polacca non si sarebbero permessi di dire queste parole troppo forti sull’Islam, sui musulmani e sull’immigrazione. Si vede che Francesco gli sembra più lontano. Questa parte più tradizionalista difende l’identità del polacco cattolico e allo stesso tempo aderisce direttamente al partito nazionalista che ora è al governo. C’è addirittura chi nelle gerarchie ecclesiastiche afferma che la Polonia libera sia nata solo un anno fa quando è salito al potere questo partito”.
“In questi 26 anni – ha ricordato Mucharski – la Polonia ha fatto grandi progressi. Siamo riusciti a costruire una democrazia e anche un certo benessere. Progressi che però non si riflettono esattamente sulla società. E’ un momento strano della storia con il Paese in teoria sta andando benissimo ma con la gente vuole un cambiamento. Sia dal punto di vista politico che anche della Chiesa, c’è una significativa svolta verso destra”.
“Non è un segreto – ha ribadito Mucharski – che qui c’è un problema con l’insegnamento di Papa Francesco sui temi dell’ immigrazione, della povertà, della solidarietà con i poveri e anche su alcune sane critiche. Molti sono rimasti sorpresi quando due o tre settimane fa nelle chiese polacche è stata letta la lettera del Episcopato Polacco in occasione della GMG: non viene mai nominato Papa Francesco, ma per tre volte si cita Giovanni Paolo II, come se fosse ancora lui il Papa”.
“Spero che la Chiesa – ha concluso Mucharski – possa trarre due lezioni da questa GMG: la prima sulla fratellanza con gli immigrati e con chi viene da fuori, l’altra sulla Misericordia. Cracovia è la città del culto della Misericordia che è nato proprio qui. Sarei molto naïve se avessi troppe speranze riguardo al messaggio portato da questo incontro, ma a me importa che cosa diranno i giovani stranieri ai giovani polacchi, ai polacchi cattolici che crescono in questo Paese monoculturale. Spero che loro spieghino ai nostri giovani che il cattolicesimo non chiude, non limita, ma apre il cervello al mondo. E penso che qui l’insegnamento dell’ ottantenne, Francesco, e dei diciottenni che si chiameranno Angela o Giovanni, sarà lo stesso e che sarà un messaggio che dirà due cose: sii misericordioso e non avere paura dei tuoi fratelli dall’Africa, dall’Asia, da dovunque essi vengano”.
28 Luglio 2016