direttore-sanitario-san-camillo-luca-casertanoRoma, 06 ottobre 2016 – “In un Pronto Soccorso c’è la necessità di guardare a vista il malato per vedere se le condizioni cominciano ad aggravarsi. E’ impensabile che un paziente muoia dietro una tenda senza che nessuno se ne sia accorto. Questa è nostra responsabilità: non siamo stati in grado di trovare un posto letto per questo paziente”. Così il direttore sanitario del San Camillo di Roma, Luca Casertano, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, ha commentato il caso del signor Marcello Cairoli malato di cancro e morto dopo 56 ore passate interamente al pronto soccorso del San Camillo.

“Purtroppo i malati che giungono da noi in Pronto Soccorso – ha aggiunto il direttore sanitario – aspettano diversi giorni prima di essere ricoverati. Nelle strutture di Pronto Soccorso vicino a noi i tempi di attesi sono quasi pari a zero, nonostante questo i pazienti preferiscono venire da noi e aspettare anche alcuni giorni in barella pur di essere ricoverati dai nostri medici e infermieri per i quali nutrono la massima fiducia”.
“Questa mattina – ha raccontato il direttore sanitario – ho avuto modo di parlare di persona con il figlio del signor Cairoli e di porgere le scuse personali e di tutta la struttura che rappresento. Sicuramente è mancata la possibilità di poter assistere il loro congiunto in un ambiente che fosse più confortevole, non affollato, privato e di viversi il lutto in un ambiente raccolto. Questo purtroppo non è stato possibile e ci scusiamo. Per la parte che ci compete posso dire che abbiamo dato l’assistenza prevista dalla Legge sul dolore e le cure palliative e sin dal Pronto soccorso abbiamo somministrato la morfina perché il signore lamentava dolore da parecchio tempo. Abbiamo cercato di accompagnare il signor Cairoli alla fine della vita con antidolorifici, liquidi e ossigeno-terapia per alleviare le difficoltà respiratorie”.

6 Ottobre 2016