direttore-dell-ufficio-cei-per-la-pastorale-del-tempo-libero-turismo-e-sport-mons-mario-lusekRoma, 07 ottobre 2016 – “Se una società è chiamata ad essere educante, tutti i soggetti sono chiamati ad un supplemento di responsabilità. Altrimenti si è irresponsabili, si veicola un messaggio che è un vero e proprio doping comunicativo”. Così il direttore dell’ ufficio Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport, mons. Mario Lusek, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, ha commentato l’ accordo della Nazionale italiana di Calcio con uno sponsor di giochi e scommesse.

“Questo accordo – ha aggiunto mons. Lusek – è prima di tutto una provocazione sociale e diventa anche un problema e un rischio educativo molto grosso. Soprattutto colpisce la definizione che questo accordo è stato siglato per affinità culturali. Se queste sono le affinità culturali di una Federazione di gioco che dovrebbe aver imparato dal passato e dalla sua storia la necessità di intraprendere circuiti virtuosi, diventa tutto ancora più problematico soprattutto per il modello educativo che veicola”.
“Definire affinità culturale – ha concluso mons. Lusek – la sponsorizzazione di una società di gioco d’azzardo nei confronti dello sport pulito rompe un circuito virtuoso”.

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7 Ottobre 2016