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Domani, 22 ottobre, alle 12.15 (e 20.30), Timothy Shriver,  il nipote di John e Robert Kennedy, racconta le Special Olympics, la manifestazione fondata nel ’68 da sua madre, Eunice, che promuove nel mondo lo sport come strumento di inclusione per ragazzi con disabilità intellettiva.

Intervistato da Monica Mondo nell’ambito del programma “Soul”, l’erede della famiglia Kennedy, autore del libro “Pienamente vivi – La scoperta della cosa più importante”, spiega il senso della manifestazione di cui ha ereditato la presidenza: “facciamo sport per aprire il cuore delle persone alla bellezza di ogni bambino e di sé stessi, per insegnare alle persone che giustizia e gioia possono andare d’accordo, per creare un mondo a cui tutti possiamo appartenere. I veri insegnanti non sono gli istruttori, gli allenatori o i tecnici, ma i nostri atleti: se guardiamo dal vivo, sul campo, oppure sugli spalti quello che succede si vedono le lacrime che scendono. Quando si guardano questi atleti le paure vanno via e le difficoltà spariscono”.

“A livello spirituale questi atleti ci insegnano ad aprirci. Lo dico – sottolinea – perché non sono diventato presidente di Special Olympics, ma sono cresciuto giocando con i disabili intellettivi nel parco di casa nostra e questo ha significato tanto”.

 

21 Ottobre 2016