il presidente della Confederazione generale dell’agricoltura italiana parla a Tv2000: “‘Mediterranea’ nasce per produrre di più. Qualcuno racconta ancora il modello agricolo in maniera sbagliata. L’Europa grande opportunità ma ha creato limiti”

In onda sabato 1 giugno ore 20.50 nel programma Soul

Roma, 30 maggio 2024. “Bisogna avere coraggio, non bisogna aver paura del cambiamento, o avremmo ancora oggi i campi arati dal bue. Se si va verso processi di robotizzazione nel lavoro di agricoltura ci sarà necessità di un controllo remoto, avremmo bisogno quindi di qualcuno in meno in campagna e qualcuno in più in ufficio”. Lo afferma il presidente appena riconfermato di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a Tv2000 ospite del programma ‘Soul’, condotto da Monica Mondo, in onda sabato 1 giugno ore 20.50.
“C’è una grande voglia di Made in Italy nel mondo – sottolinea Giansanti a Tv2000 – Per crescere bisogna creare le condizioni per cui l’industria possa avere alla base una produzione in grado di accompagnare i prodotti dell’agricoltura, per non diventare un paese soltanto trasformatore. E quindi ‘Mediterranea’ (associazione nata tra Confagricoltura e Unionfood, un’alleanza tra agricoltori e industria alimentare ndr) nasce con lo scopo – spiega il presidente di Confagricoltura – di produrre di più, favorire le giuste condizioni di mercato per tutti nella filiera, quindi garanzie per gli agricoltori italiani, maggiore produzione di materie prime agricole italiane per un’industria in grado di andare sui grandi mercati internazionali”.
“Siamo al top – ribadisce Giansanti – per quanto riguarda i livelli di abbattimento della CO2, la decarbonizzazione, le emissioni rispetto alle medie europee, il benessere animale. Ma abbiamo ancora chi racconta il modello agricolo in maniera sbagliata. Dobbiamo avere il coraggio di pensare che le attività agricole sono comunque attività economiche”.
“Tanto Confagricoltura quanto Unionfood – aggiunge Giansanti – hanno stabilito alcune regole comuni. La valorizzazione delle produzioni italiane, e la tutela, la salvaguardia di quello straordinario patrimonio che è la dieta mediterranea. Se vogliamo portare i nostri prodotti nel mondo abbiamo bisogno di driver. Possono esserlo piccole medie e grandi aziende industriali. In Unionfood ci sono piccole medie e grandi aziende, in alcuni casi piccole o grandi multinazionali ma il sistema di regole che ci siamo dati non può consentire a nessuno di abusare della parola Mediterranea né tantomeno di utilizzare mezzi o strumenti per poter minimamente confondere i consumatori italiani o nel mondo”.
“L’Europa – prosegue Giansanti – è e rimane una grande opportunità che a volte ha creato dei limiti. Dire ad un imprenditore: ti arriverà un contributo, basta che tu non produca, non è il massimo. Produrre è l’ABC di un imprenditore, siamo vocati al mercato, e dobbiamo seguirlo”.
“Se pensiamo – conclude Giansanti – che nei prossimi raccolti la Russia sarà il primo produttore di frumento tenero a livello mondiale, la Cina detiene la metà dello stock mondiale delle principali materie prime agricole, l’Arabia Saudita sta diventando il quarto produttore al mondo di olio d’oliva, da coltivazione, capiamo quanto sia strategico il tema della sovranità alimentare per garantire ai propri consumatori e per utilizzare il cibo per conquistare spazi di mercato e spazio politico”.

30 Maggio 2024