Congo, missionario: “Europa interessata al caos per portare via materie prime”
Don Giovanni Piumatti al Tg2000: “Comunità internazionale colpevole di 20 anni di silenzio”.
Roma, 24 gennaio 2018. “Il Congo è un deposito di materie prime e l’Europa ne ha assoluto bisogno. Per qualcuno potrebbe essere vantaggioso portare via questo materiale in una situazione caotica dove paghi poco e prendi ciò di cui hai bisogno. A qualcuno interessa che in Congo resti il caos perché questo permette di esportare legname, cobalto, coltan, oro etc. E all’Europa, in questa situazione, gli viene più comodo portare via il materiale”. Lo ha detto il missionario don Giovanni Piumatti, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando il caos politico e civile nella Repubblica Democratica del Congo. Don Piumatti è un sacerdote italiano, da 47 anni missionario nel Nord Kivu, martoriata regione congolese, dove due giorni fa è stato sequestrato padre Robert Masinda. Proprio questa notte don Giovanni partirà dall’Italia per far ritorno in Congo.
“Come risulta da uno studio di 5 anni fa sul coltan – ha aggiunto don Piumatti – su 300-400 quintali di coltan che uscivano dal Paese se ne dichiaravano solo 30-40. Sappiamo che ci sono interessi di Paesi come la Francia, il Belgio, l’America, Londra. È una lettura banale ma molto realistica. Interessa il materiale e se si può portare via a poche spese lo si fa”.
Un doppio appello per la pace nel grande paese africano è stato lanciato oggi da Papa Francesco e dalla Cei. Dopo la repressione di domenica scorsa, quando la polizia e l’esercito hanno attaccato i fedeli in marcia dopo la fine della messa, arrestando preti e suore, l’arcivescovo di Kinshasa, il card. Laurent Monsengwo Pasinya, ha lanciato un duro attacco al governo. I manifestanti cattolici chiedevano al presidente Kabila, il cui secondo e ultimo mandato è scaduto oltre un anno fa, di indire le elezioni.
“Lo scontro tra Chiesa e governo – ha concluso don Piumatti – non è mai stato così forte come adesso. La Comunità internazionale è colpevole di 20 anni di silenzi sul Congo. È una situazione insopportabile. Se il cardinale di Kinshasa ha gridato forte, magari anche esagerando nei toni, tutti gli altri tacciono”.
24 Gennaio 2018