Politica, Flick: “Nel 1993 si rubava per fare politica oggi si fa politica per rubare”
Il presidente emerito della Corte costituzionale a Tv2000: “Mio nome per mandato esplorativo ? Riconoscimento di equilibrio prematuro e inopportuno”
Roma 18 aprile 2018. “Il problema della giustizia penale purtroppo è rimasto lo stesso del 1993. Vent’anni fa si rubava per fare politica adesso si fa politica per rubare. La politica è diventata troppo spesso uno strumento per guadagni illeciti”. Lo ha detto il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick, ospite del programma TgTg, condotto da Donatello Vaccarelli, su Tv2000.
“In questo momento – ha aggiunto Flick – è una situazione problematica perché è una situazione nella quale le consultazioni del Presidente della Repubblica, che vivono nella discrezionalità del presidente e che servono a lui per acquisire elementi al fine di decidere a chi dare l’incarico, in realtà sembrano essersi trasformate, nell’intenzione dei partiti, in un conflitto elettorale perenne. Sembra di essere ancora in campagna elettorale nonostante le elezioni siano finite: qualcuno ha vinto ma non troppo e altri hanno perso ma non troppo. Occorrerebbe cercare di parlare meno burocratese, meno giuridichese, meno politichese. Al contrario bisognerebbe essere sufficientemente chiari affinché la gente capisca. La Costituzione è scritta nel modo più semplice in modo tale che tutti possano comprenderla, siamo noi che la complichiamo nella lettura”.
Durante le consultazioni, ha osservato Flick, “il mio nome è venuto fuori per un tormentone evocato da Giuliano Ferrara molto bello, molto brillante, e gradito perché è un riconoscimento di equilibrio però del tutto prematuro e inopportuno perché la scelta dell’esploratore la può fare solo ed esclusivamente il presidente della Repubblica. La prassi è che il mandato esplorativo venga di solito affidato a un’ alta autorità dello Stato, io sono un basso cittadino che non è più autorità dello Stato”.
“In questo momento – ha aggiunto Flick – è una situazione problematica perché è una situazione nella quale le consultazioni del Presidente della Repubblica, che vivono nella discrezionalità del presidente e che servono a lui per acquisire elementi al fine di decidere a chi dare l’incarico, in realtà sembrano essersi trasformate, nell’intenzione dei partiti, in un conflitto elettorale perenne. Sembra di essere ancora in campagna elettorale nonostante le elezioni siano finite: qualcuno ha vinto ma non troppo e altri hanno perso ma non troppo. Occorrerebbe cercare di parlare meno burocratese, meno giuridichese, meno politichese. Al contrario bisognerebbe essere sufficientemente chiari affinché la gente capisca. La Costituzione è scritta nel modo più semplice in modo tale che tutti possano comprenderla, siamo noi che la complichiamo nella lettura”.
Durante le consultazioni, ha osservato Flick, “il mio nome è venuto fuori per un tormentone evocato da Giuliano Ferrara molto bello, molto brillante, e gradito perché è un riconoscimento di equilibrio però del tutto prematuro e inopportuno perché la scelta dell’esploratore la può fare solo ed esclusivamente il presidente della Repubblica. La prassi è che il mandato esplorativo venga di solito affidato a un’ alta autorità dello Stato, io sono un basso cittadino che non è più autorità dello Stato”.
18 Aprile 2018