Ore 12
Viva Kino

Viva Kino

Padre Kino, nato Eusebio Francesco Chini a Segno in Val di Non il 10 agosto 1645 è stato un gesuita missionario tra Messico e Stati Uniti, geografo, esploratore, cartografo e astronomo
È riconosciuto come uno dei “padri fondatori dello Stato dell’Arizona”. È l’unico tirolese-italiano presente nel Famedio di Washington. Fu il primo a costruire il sistema del ranch.
Cavalcando tra le missioni fondate da un gesuita nel XVII secolo, Maria, giovane istruttrice di Rodeo, scopre le origini della devozione diffusa in tutto il Messico verso padre Kino. Suo padre, Josè Luis, e gli zii da decenni compiono pellegrinaggi a cavallo sulle rotte del padre del deserto. Con loro, c’è anche il ranchero scrittore Richard Collins, dell’Arizona. La loro amicizia, in nome di padre Kino, supera anche in muro più degradante lungo il confine. Durante le cavalcate Maria impara a conoscere le missioni fondate da padre Kino, le sue scoperte geografiche, astronomiche, in agraria, il suo essere stato il primo a costruire il sistema del ranch, ma anche fondatore dello stato dell’Arizona e grande apostolo dei Tohono O’Odham, i Pime, il “popolo del deserto”. Si trova immersa nei colori della festa di Magdalena de Kino, tra centinaia e centinaia di “fedeli a cavallo”. Maria compie anche un viaggio interiore, che la porta a confrontarsi con l’attualità molto dura delle regioni di confine. La vita dei Tohono O’Odham è molto difficile e l’ipotesi dell’estensione del muro, che taglierebbe in due le loro terre, è incombente. Il deserto percorso dai traffici dei narcos, ha cambiato il volto di una terra dura ma stupenda. Il dramma dei deportati e dei clandestini, che vede infrangersi tante vite umane, è lì davanti a loro. I centri di accoglienza compiono un lavoro sovraumano e sono intitolati a padre Kino, la Kino Border Initiative. Maria e gli altri cavalieri, seguendo i passi di Kino, ci raccontano la storia del gesuita venuto dalla Val di Non, e insieme la complessità di un mondo contemporaneo pieno di contraddizioni, ma che proprio da padre Kino trae ispirazione per andare avanti con speranza.
Scritto e diretto da Lia Beltrami e prodotto da Andrea Morghen con il patrocinio della Santa Sede e la collaborazione di Trentino Film Commission.
Docufilm realizzato da Aurora Vision con la collaborazione anche di Associazione Culturale P. Eusebio F. Chini, Fondazione S. Ignazio, Gesuiti-Provincia Euro mediterranea.

ore 21.00
Blocco 26, la baracca dei preti” di Dachau

Blocco 26- Dachau

Durante il Nazismo nel campo di Concentramento di Dachau in Germania, sono stati deportati 2.579 tra preti, seminaristi e monaci cattolici. 1.034 sono morti nel campo a Dachau si è tenuta anche la prima – e unica nella storia della Chiesa – ordinazione clandestina a sacerdote di un seminarista tedesco in punto di morte. Il seminarista Karl Leisner ha ricevuto il sacramento dentro una baracca adibita a cappella dal vescovo francese di Clermont-Ferrand, monsignor Gabriel Piguet. Su iniziativa di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e papa Francesco, 56 religiosi morti nel campo di sterminio sono stati beatificati, dopo che è stata riscontrata “la pratica delle virtù naturali e cristiane in modo esemplare o eroico”.
Di Elisa Bolognini.

22 Gennaio 2019