A Soul: Cristiana Maria Dobner e Miguel Benasayag
Sabato alle 20.45 – Cristiana Maria Dobner, filosofa, critica letteraria, saggista, traduttrice…monaca, carmelitana scalza nel convento di Concenedo di Barzio, una frazione di 70 anime arroccata sui monti di lecco. Triestina, cresciuta col respiro della cultura mitteleuropea, in una famiglia benestante e appassionata di letteratura (i Dobner, “quei degli orologi”!), Cristiana Dobner è una voce battagliera e sapiente tra le donne che segnano oggi a Chiesa. Nessuna rivendicazione di ruoli, anzi, l’esaltazione delle differenze tra maschile e femminile sono il vero femminismo. Modello le “sue” sante, Teresa d’Avila, una forza dirompente di fede e coraggio, in un tempo ottuso; la piccola Teresa del Bambin Gesù, che da una cella e da un letto di malattia segnò la teologia della Chiesa moderna; Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, patrona d’Europa, cardine di un legame inscindibile tra cristiani ed ebrei: Cristiana conosce l’ebraico, antico e moderno, e ha seguito sulle vie che portano a Gerusalemme le orme del Cardinal Martini, alle cui opere dedica tanta parte die suoi studi. L’ultimo sui saggio si intitola La nuova strada. Carlo Maria Martini, gli Esercizi e la Parola, edizioni Terra Santa.
Domenica 29 ore 20.30 – Miguel Benasayag, filosofo e psicoanalista nato in Argentina nel 1953, trapiantato da molti anni a Parigi, si occupa con particolare attenzione dei problemi dell’infanzia e dell’adolescenza. Come militante della guerriglia guevarista ha trascorso molti anni nelle carceri argentine durante la dittatura militare, dove è stato a lungo torturato. Di madre francese, fuggita dalla Francia nel 1939 in quanto ebrea, Benasayag beneficiando della doppia cittadinanza franco-argentina della liberazione di prigionieri francesi concessa dalla giunta militare dopo l’uccisione di due religiosi francesi, si trasferisce a Parigi, dove continua la sua attività politica.
Nel 1987 si laurea con una tesi in scienze umane cliniche, che trae ispirazione dagli anni trascorsi in carcere come prigioniero politico.
Deve al libro scritto insieme a Ghérard Schmit L’epoca delle passioni tristi”(Feltrinelli, 2004) la fama internazionale di studioso e di intellettuale.
Illuminante l’ultimo suo saggio, pubblicato in Italia da Vita e pensiero, Funzionare o esistere? Un respiro, per chiunque non consideri la vita un curriculum vitae, si senta a disagio ad essere ridotto a “modello”, neppure individuo, altrochè persona. Da chi affida alle fantomatiche bio, nano tecnologie non solo un miglioramento delle necessità umane, ma una nuova antropologia, che ci schiaccia sull’essere prodotti, modificabili, programmabili, validi finchè, appunto, funzionano. Un filosofo non credente, tuttavia il miglior esempio di umanesimo cristiano che abbia letto in circolazione.
25 Giugno 2019