Angeli del mare: a bordo con la Guardia costiera che soccorre i migranti
Il regista Simone Gandolfo racconta la quotidiana assistenza ai barconi provenienti dall’Africa. La serie è stata realizzata in collaborazione con la Guardia Costiera, la Croce Rossa, Medici senza frontiere. E il patrocinio del Dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale – sezione Migranti e Rifugiati, Unhcr e Save the children.
Per chi affronta il viaggio della speranza il mare è una frontiera da superare in cerca di un sogno ma per molti rischia di essere una tomba.
Gli ‘Angeli del mare’ sono donne e uomini della Guardia Costiera addestrati a intervenire in situazioni limite, in cui anche una piccola distrazione può essere fatale. Salvare la vita dei naufraghi non è infatti solo questione di tecnica, ma di cuore e di coraggio. La serie, realizzata nella base della Guardia Costiera di Lampedusa, racconta le vicende umane e professionali di tutti gli eroi di frontiera che attraverso il loro lavoro ed il loro servizio salvano bambini, donne e uomini spinti in mare dall’emergenza migratoria che dal Nord-Africa si sposta verso l’Europa.
31 luglio
Siamo su nave Diciotti della Guardia Costiera, viene avvistato un barchino in mezzo al mediterraneo, sono migranti di origine siriana. Tra questi migranti siriani, c’è una famiglia talassemica, e una bambina in condizioni preoccupanti. Il salvataggio nasconde molte insidie, il piccolo barchino comincia ad imbarcare acqua mettendo a rischio la vita delle persone a bordo….
Al porto di Catania, intanto, arriva una nave Save the Children con molte donne e bambini a bordo.
Gli operatori di Croce Rossa Italiana e di Save the Children si preparano all’accoglienza.
La comunità Don Bosco 2000, che si occupa dell’accoglienza ai minori non accompagnati, attraverso due operatori racconta come l’integrazione è necessaria per rendere i migranti partecipi di un percorso inclusivo nella società.
La puntata si chiude con grave caso sanitario a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera, protagonista è una bambina talassemica che deve ricevere cure appropriate il prima possibile.
7 agosto
Il trasbordo notturno con cui si apre la seconda puntata è tra Nave Diciotti della Guardia Costiera Italiana e SeaWatch, nave della ONG tedesca.
Tra i migranti siriani, di cui abbiamo visto il soccorso nella puntata precedente del documentario, c’è anche una bambina talassemica per cui il Comandante dispone uno sbarco d’urgenza di cui beneficiano anche altri migranti bisognosi di cure immediate.
Tra gli uomini sbarcati per motivi medici vediamo diversi ustionati. Queste ustioni non sono dovute alle torture ma sono molto comuni tra i migranti, che se le procurano a causa del misto di acqua salata e carburante che spesso si crea sul fondo delle imbarcazioni di fortuna con cui compiono la traversata prima che arrivino i soccorsi.
Come si vede in questa puntata, oltre alle operazioni di soccorso vere e proprie, le navi della Guardia Costiera operano dei trasbordi da navi delle ONG, ed eventualmente anche da mercantili. Queste operazioni si rendono necessarie quando le navi delle ONG, più piccole rispetto a quelle della Guardia Costiera, raggiungono il loro limite di capienza.
Nello sbarco di Aquarius al porto di Palermo, sentiamo parlare delle torture inferte in libia ai migranti nei campi dove i migranti vengono trattenuti prima di lasciarli salpare verso l’Europa. Queste torture, di cui la Serie si occuperà approfonditamente nelle puntate seguenti, sono fatte dai carcerieri nel tentativo di estorcere denaro alle famiglie dei migranti, che non vengono lasciati partire finché non hanno pagato un caro prezzo…
Il personale medico e paramedico presente a bordo di Nave Diciotti della Guardia Costiera è appartenente al CISOM (Ordine dei Cavalieri di Malta).
14 agosto
Questa terza puntata è tra le più drammatiche della Serie. Il racconto si focalizza su uno sbarco a Catania molto travagliato, non solo per le condizioni meteorologiche avverse. Le persone portate in salvo da Nave Dattilo di Guardia Costiera, comandata dal Capitano di Fregata Federico Panconi, hanno vissuto esperienze molto traumatiche nel lungo viaggio attraverso il deserto, poi nei campi di detenzione libici e infine in mare, dove hanno rischiato di perdere la vita o hanno assistito alla morte dei loro famigliari. Tra queste persone, c’è una neo mamma nigeriana che ha messo al mondo il suo bambino solo nove giorni prima di sbarcare a Catania. Croce Rossa garantisce le cure mediche di base, mentre il personale di Medici Senza Frontiere assiste i migranti attraverso un pronto soccorso psicologico pensato proprio per lenire gli effetti traumatici di cui sono vittime le persone che subiscono esperienze tanto cruente. Effetti psicologici negativi possono verificarsi anche tra gli operatori umanitari, tanto che Croce Rossa prevede delle sedute psicoterapeutiche di gruppo proprio per aiutare i volontari a condividere il disagio provato nel venire a contatto con persone che hanno subito esperienze umanamente degradanti.
21 agosto
Nella quarta puntata viene documentata un’operazione di salvataggio portata a compimento dall’imbarcazione Open Arms dell’omonima ONG. L’equipaggio avvista un gommone con 107 persone a bordo tra cui molti minori non accompagnati e 5 donne incinta, molto probabilmente vittime di stupro nei campi di prigionia libici.
Nave Dattilo a inizio puntata è in porto perché ha bisogno di una riparazione. Appena possibile torna in mare aperto dove, al termine di un’esercitazione, riceve l’ordine di effettuare un trasbordo notturno a largo delle coste libiche.
28 agosto
In questa quinta puntata ci concentriamo sulla cooperazione tra le varie organizzazioni non governative e – nel caso della Guardia Costiera Italiana – governative impegnate a salvare vite umane nel mediterraneo centrale. I migranti vengono infatti spesso trasbordati tra le varie navi per rendere più efficienti le operazioni di ricerca e soccorso (SAR) e garantire la presenza dei soccorritori nel tratto di mare attraversato dalla maggior parte delle rotte dei migranti. In particolare, la puntata si apre con il completamento di un trasbordo su Nave Dattilo della Guardia Costiera, e procede con il trasbordo di altri migranti dalla nave Aquarius di SOS Mediterranee a Open Arms. In quest’ultimo trasbordo, purtroppo, c’è anche la salma di una donna, morta in un campo di prigionia libico, che i trafficanti di esseri umani hanno affidato ai migranti in partenza dandogli istruzioni per lasciarla affondare in mare aperto; i migranti hanno avuto pietà di quel corpo e hanno compiuto il viaggio senza sbarazzarsene, che troverà sepoltura in Sicilia.
Viene inoltre documentata l’opera di integrazione dei migranti nel tessuto cittadino compiuta a Catania dalla Comunità di Sant’Egidio coinvolgendo diversi anziani del posto.
4 settembre
Nella sesta puntata conosciamo più da vicino l’attività della Guardia Costiera, la gestione dell’equipaggio da parte del comandante, e i compiti di polizia giudiziaria che si svolgono già a bordo, per identificare i possibili trafficanti e i criminali in genere.
A bordo di Open Arms conosciamo un migrante che ha già vissuto diversi anni in Italia e riesce a spiegarci con grande dovizia di particolari le condizioni inumane imposte ai migranti dai trafficanti di esseri umani tra l’Africa subsahariana e la Libia.
A terra la Croce Rossa si industria per recuperare tutti i migranti che sono usciti dal sistema e vivono in strada, fuori dai centri d’accoglienza. La Croce Rossa ha inoltre predisposto un bus itinerante che permette ai migranti di prendere contatto telefonico sia con i parenti che hanno lasciato nei loro Paesi d’origine che con i famigliari che hanno intenzione di raggiungere in Italia e nel resto d’Europa.
11 settembre
Nella settima puntata cerchiamo di capire perché i migranti partono dai loro Paesi, vittime non solo dell’estrema povertà e della fame ma anche di ingiustizie sociali e persecuzioni basate sulla religione e su concetti razziali molto poco ortodossi.
Mentre la nave Diciotti di Guardia Costiera effettua il salvataggio di un barchino fatiscente carico di migranti, la Dattilo attracca al porto di Pozzallo dove affida le centinaia di migranti salvati alle cure delle organizzazioni competenti. Tra queste, c’è naturalmente Croce Rossa che all’interno dei centri di accoglienza compie un’importante attività di integrazione, fornendo agli immigrati gli strumenti necessari a vivere nel nostro Paese, tra i quali l’insegnamento della lingua Italiana. La professoressa Fatima Trimarchi, insegnante di lingua inglese presso un istituto scolastico di Messina, è riuscita ad avviare un progetto speciale per agevolare l’integrazione dei migranti minorenni nel tessuto scolastico.
17 Luglio 2019