Il 1 febbraio a Soul, alle 20.50, Giuseppe Laterza, editore e figlio e nipote e pronipote di una generazione di editori: una realtà familiare e imprenditoriale d’eccellenza, una storia tutta italiana e del meridione più intraprendente e creativo. Il ruolo dell’editoria e della cultura nella formazione, la necessità di inventare una nuova comunicazione per diffonderle, la crisi del la lettura e soprattutto dei librai, oppressi dai colossi dell’e commerce, la volontà di insistere su una saggistica di qualità per rispondere alle sfide dell’economia e della politica. Oggi manca alla politica una nicchia culturale a cui attingere, e la libertà non significa neutralità. Chi lavora nella cultura ha una responsabilità, da esercitare per le sfide del quotidiano, senza rinchiudersi in élites intellettuali presuntuose e sganciate dalla realtà.

Il 2 febbraio a Soul, alle 20.30, Amir Issaa, musicista, rapper: un nome ben noto, segnalatoci dagli accademici della Crusca! Mentre si discute di un rapper autore di testi volgari e violenti a Sanremo, Issaa sostiene, con noi, che al rap non è concesso tutto, come per qualunque espressione artistica: chi parla a un pubblico ha obiettivi e responsabilità, e lui, salvato dalla musica, usa le parole per raccontarsi e per dire la sua sul mondo. Parole come armi, che non fanno mai male. Il rap è uno strumento narrativo libero, libero anche dalla politica e dall’ideologia. Dà voce agli ultimi, alle ingiustizie, ma senza esibire successo e ricchezza di troppi parvenus baciati dal successo. Italo egiziano, anzi italianissimo, di padre egiziano, strappato alla strada grazia agli incontri con educatori che contano, Amir tiene lezioni di italianistica in università, collabora con le scuole per progetti di inclusione, scatena il ritmo e cura la nostra bella lingua, è un guerriero che costruisce e non dimentica a periferia in cui è cresciuto.

30 Gennaio 2020