Intervista all’emittente Cei: “Il vero cattolicesimo che ho conosciuto è quello di mia madre. Repubblica? Non potevo lasciare un giornale e 400 persone con cui ho lavorato 20 anni”.

Roma, 29 gennaio 2021. “Vivere in una società in cui i partiti sono nati mercoledì scorso, e quindi sono estemporanei, vivono di prassi e non di una tradizione e di una cultura, è complicato”. Lo ha detto l’ex direttore de La Stampa e Repubblica, Ezio Mauro, ospite del programma Soul in onda su Tv2000 domenica 31 gennaio alle 20.50 dopo il Tg2000 delle 20.30.
“Quando il presidente del Consiglio, Conte, – ha aggiunto Ezio Mauro – si rivolge ai riformisti e agli europeisti, chi è che è portatore di questa cultura? Ci sono degli individui ma manca una capacità di organizzare questi sentimenti, questo modo di pensare, questa prospettiva. Non c’è”.

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“Il vero cattolicesimo che ho conosciuto – ha proseguito Ezio Mauro nella lunga intervista a Tv2000 – è quello di mia madre, è quello dell’educazione dell’intera mia generazione. Il catechismo, messa tutte le domeniche, la messa dei ragazzi alle 10.00 a Dronero. I ragazzi da una parte e le ragazze dall’altra, e ci guardavamo. Poi ci si ritrovava tutti fuori sul sagrato della chiesa. E l’oratorio, avevo uno zio anticlericale che mi diceva: «Vai troppo all’oratorio». Però si giocava a pallone nella piazzetta davanti alla chiesa e questo era irresistibile. La vera educazione religiosa è quella di mia madre, di una normale famiglia piemontese dove la religione fa parte della tradizione, di un modo di vivere. E la religione intesa anche come assorbimento culturale, tutti i riferimenti di quel mondo, della Bibbia, del Vangelo, che ti sono dentro e te ne accorgi continuamente perché continuamente vengono fuori, ritornano”.
Ezio Mauro ha infine spiegato ai microfoni di Tv2000 perché è rimasto a Repubblica e non ha seguito il suo vecchio editore: “Come facevo a lasciare un giornale in cui ho lavorato 20 anni, tre anni prima a Mosca e ho continuato a lavorare 5 anni dopo la direzione. Ma soprattutto le 400 persone che hanno lavorato con me per 20 anni accompagnandomi in tutti i percorsi che decidevo di intraprendere. Credo di avere qualche obbligo nei confronti di queste persone”.

29 Gennaio 2021