L’intervista all’attore pugliese in onda a Retroscena martedì 15 febbraio in seconda serata

“Questa pandemia ha prodotto tanti Argante (malato immaginario ndr), persone che ormai rinunciano ad uscire a frequentare i ristoranti, i teatri, i cinema a frequentare gli amici, le Piazze e fare passeggiate per paura”, così Emilio Solfrizzi a Tv2000, ospite del programma Retroscena, condotto da Michele Sciancalepore, in onda martedì 15 febbraio in seconda serata, parlando dello spettacolo ‘Il Malato immaginario’ di Molière in cui interpreta il protagonista Argante.
L’attore paragona la paura del personaggio della commedia francese alla paura causata oggi dalla pandemia: “Non esiste soltanto la pandemia della malattia – afferma Solfrizzi a Tv2000 – esiste senz’altro anche un altro tipo di pandemia che è la pandemia della paura. La paura è un virus che si trasmette e fa tanti danni altrettanto quanto i virus. Blocca società intere. La paura può bloccare un popolo, una nazione, può farla regredire culturalmente di tanti anni. Perciò io ne ho paura. Io penso una cosa: la vita va coltivata, quindi va coltivato il desiderio di viverla. Se tu non vai a teatro per tanto tempo e disincentivi questo tuo desiderio, alla fine puoi anche arrivare alla conclusione che, in fin dei conti, si può vivere anche così”

Anticipazioni:

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Emilio Solfrizzi, nei panni del Malato immaginario di Molière, e gli attori ex detenuti della Compagnia Fort Apache sono i protagonisti del nuovo appuntamento con Retroscena – i segreti del teatro, in una puntata dedicata alla bellezza dell’arte che fa riscoprire la bellezza della vita con le storie di chi attraverso il teatro ha ritrovato libertà, riscoperto i sentimenti e indagato la propria coscienza sul senso della malattia e della morte. Questo e altro a Retroscena, il programma di Michele Sciancalepore in onda martedì 15 febbraio in seconda serata su Tv2000.

La prima parte di Retroscena si apre con i riflettori puntati sulle prove del nuovo progetto produttivo che la Compagnia Fort Apache, composta da ex detenuti e detenuti in misura alternativa, ha tenuto presso lo Spazio Rossellini di Roma, dal titolo Destinazione non umana, scritto e diretto da Valentina Esposito. Lo spettacolo, una favola costruita sulle solitudini alle quali ci costringe il tempo che viviamo e sul pensiero della morte, è inserito all’interno della rassegna nazionale di Teatro in carcere e raccoglie attorno a sé professionisti del palcoscenico che si sono formati all’interno dei penitenziari di provenienza. Il racconto delle loro storie accompagna le fasi di allestimento dello spettacolo e rivela la capacità del teatro di risvegliare il desiderio della bellezza e della costruzione del senso del riscatto, come la testimonianza significativa e toccante di Giancarlo Porcacchia, detto “Lallo”, una vita spericolata redenta dall’amore per il palcoscenico.  

Nella seconda parte del programma è di scena Emilio Solfrizzi, eclettico attore di cinema, teatro e televisione, che torna sulle tavole del palcoscenico, sua prima grande passione, con un testo che può essere definito senza tempo e di ogni tempo, ovvero Il malato immaginario di Molière diretto da Guglielmo Ferro. Solfrizzi racconta i suoi esordi in terra di Puglia, l’amore per il teatro stimolato dai professori sui banchi di scuola e, attraverso l’ipocondria che attanaglia in un complicato intreccio di fobie e di follie il personaggio di Argante, sottolinea come il testo di Molière, con i suoi 350 anni di vita, metta in scena paure mai così attuali. “Dio solo sa quanti Argante ha prodotto questa pandemia, quanti rinunciano a uscire, a frequentare i teatri e il prossimo per paura” dice a Retroscena l’attore, che aggiunge: “La paura è un virus che si trasmette e ha il potere di bloccare una società, farla regredire culturalmente, per questa va combattuta”.

Al termine della puntata la sand artist Gabriella Compagnone e infine la rubrica CheTeatroFa, la mappa delle “temperature” teatrali più significative della nostra penisola in stile Meteo.

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14 Febbraio 2022