Retroscena: Medea e Prometeo al teatro di Siracusa
L’evento della 58^ stagione di rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa, con il Prometeo incatenato di Eschilo, tradotto da Roberto Vecchioni e diretto da Leo Muscato, e la Medea di Euripide per la regia di Federico Tiezzi, è al centro della puntata finale della quindicesima edizione di Retroscena– I segreti del teatro, il programma di Michele Sciancalepore in onda martedì 30 maggio in seconda serata su Tv2000.
Per la sua ultima puntata, Retroscena si trasferisce nella magnifica Siracusa dove la Fondazione INDA – Istituto Nazionale del Dramma Antico – ha aperto il 58° ciclo di rappresentazioni nell’incomparabile cornice del Teatro Greco, un teatro unico al mondo, fucina di verità e bellezza, nel quale lo spettacolo continua da oltre 100 anni e che, in questo 2023, prevede 4 produzioni, 200 artisti in scena e una tournée a più tappe nei teatri italiani. Una festa senza tempo capace di ridare vita all’arte del teatro antico attraverso lo sguardo di artisti contemporanei come Leo Muscato e Federico Tiezzi. A inaugurare la stagione sono le emozioni offerte da Prometeo incatenato di Eschilo, tradotto dal cantautore e grecista Roberto Vecchioni e riletta da Leo Muscato, esordiente nell’immenso palcoscenico dell’antico teatro come il suo protagonista Alessandro Albertin. È lui Prometeo, il dio padre premuroso e generoso che dona il fuoco e la sapienza all’umanità contro il volere di Zeus e per questo punito e incatenato a una rupe che il regista ha voluto qui rappresentata da una ciminiera in un’area industriale dismessa, simbolo della deriva della tecnica. Una tragedia che ha 2500 anni e continuare a parlare al mondo di oggi, costringendoci a riflettere sull’uso e l’abuso dei doni che abbiamo ricevuto. Tutto esaurito e ovazioni anche per la messinscena di Medea di Euripide, la più atroce delle tragedie greche firmata con personali intuizioni e scelte cinematografiche da Federico Tiezzi e interpretata da Laura Marinoni. Medea, la barbara, maga e assassina che per amore e vendetta decide di sacrificare i propri figli, sceglie di andare incontro al proprio destino travolta dall’oscura passione per Giasone, compiendo un crimine perturbante e insopportabile. “L’idea portante è stata quella di togliere la condanna morale che viene data a Medea, senza giustificarne il suo gesto, e di partire dalla violenza che esiste sotto questa forma feroce che nega la discendenza a Giasone; una violenza arcaica che si contrappone a una violenza più sociale e contemporanea che ho definito neo-capitalista”, dice Federico Tiezzi a Retroscena,
A seguire, come ormai di consueto al termine della stagione, le nostre Gocce di Memoria, una selezione dei momenti più emozionanti, dei viaggi e degli incontri che abbiamo vissuto in questo anno di lavoro. E per finire la rubrica CheTeatroFa che, in quest’ultimo appuntamento stagionale, segnalerà gli eventi da non perdere nei principali festival estivi sparsi nella Penisola.
26 Maggio 2023